La Francia ha aperto un'inchiesta sulla scomparsa del presidente cinese dell'Interpol dopo la denuncia della moglie dell'uomo, che dal rientro in patria il 29 settembre scorso non ha più fatto avere sue notizie.

Nel novembre del 2016 Hongwei Meng era subentrato alla francese Mireille Ballestrazzi alla guida dell'organizzazione per la cooperazione di polizia con sede a Lione, che interpellata in merito alla vicenda ha fatto sapere di non voler commentare e ha aggiunto che il caso è di pertinenza "delle autorità competenti in Francia e in Cina".

Intanto, dal giornale cinese South China Morning Post arriva l'indiscrezione secondo cui Hongwei Meng sarebbe stato prelevato dalle autorità del Paese per essere interrogato in merito a un'inchiesta che lo riguarda.

In attesa di dichiarazioni in merito dal governo cinese, si indaga sul ruolo di vice ministro alla sicurezza pubblica ricoperto in precedenza da Hongwei Meng nel proprio Paese, e in particolare sulle sue responsabilità di controllo della polizia segreta nazionale.

Un segnale preoccupante, fanno sapere organizzazioni come Amnesty International, in linea con la generale repressione attuata dal presidente cinese Xi Jinping nei confronti di numerosi funzionari governativi e di partito, soggetti a un sistema legale diverso da quello statale, che prevede, tra l'altro, che possano essere trattenuti senza tutele difensive.

Così come due anni fa era stata giudicata preoccupante la nomina di Meng a capo dell'Interpol, per il suo ruolo di punta all'interno del partito comunista e per una certa tendenza della Cina a utilizzare l'Interpol per scovare dissidenti e rifugiati fuori dei confini nazionali.

(Unioneonline/b.m.)
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