Ci sono tanti bambini tra le circa 50 vittime dei raid notturni dell’esercito di Israele sulla Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi citate dai media locali, al bilancio della “notte di sangue” vanno aggiunti molti feriti. Nella città meridionale di Rafah almeno 27 persone sono morte in due diversi attacchi contro edifici residenziali, come riporta l'agenzia di stampa Wafa, mentre altre 18 persone hanno perso la vita in un bombardamento sulla zona di Al Zawaida e sette nel quartiere di Al Zaytoun.

Ma i numeri crescono senza sosta, con 3 persone (tra cui un bimbo di 6 anni) rimaste uccise in un altro raid nella parte settentrionale della Striscia. E secondo la Wafa, la conta delle vittime è destinata ad aumentare. Tra le macerie sarebbero numerose le persone ancora intrappolate tra le macerie. Ma – dopo 24 giorni di fuoco e dolore – il conflitto non sembra volgere al termine. Per il premier israeliano Netanyahu infatti «Ora è tempo di guerra: Israele non cesserà gli attacchi, gli ostaggi vanno rilasciati senza condizioni».

Hamas invece si dice pronta a concludere un accordo sullo scambio di prigionieri con Israele. Lo ha detto ad Al Jazeera il portavoce del gruppo islamista palestinese Hazem Kasem. Il rilascio dovrebbe avvenire in cambio di tutte le persone detenute da Israele. Il portavoce dei miliziani ha inoltre osservato che Hamas spera di «affrontare la battaglia attuale, contando sulle proprie forze e sulla capacità di resistenza del popolo palestinese».

(Unioneonline/v.f.)

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