I biglietti degli aerei in partenza nei prossimi giorni dalla Russia sono vicini al tutto esaurito e i prezzi sono schizzati alle stelle, dopo che Putin ha annunciato la “mobilitazione parziale” che coinvolgerà circa 300mila riservisti.

I voli più richiesti sono quelli verso Paesi come Georgia, Turchia o Armenia, che consentono l’ingresso senza visto ai russi. E in Russia si diffonde la paura che le autorità possano presto vietare agli uomini arruolabili di lasciare il Paese.

Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha precisato che la mobilitazione per la cosiddetta riguarderà per ora 300.000 riservisti e che non saranno chiamati studenti e soldati di leva. Ma, secondo il Moscow Times, gli avvocati specializzati in difesa dei diritti umani sottolineano che il decreto lascia spazio di manovra per richiamare più truppe di quanto dichiarato pubblicamente.

Le Ferrovie russe e la compagnia di bandiera Aeroflot si sono affrettate a dire che non hanno ricevuto disposizioni per impedire agli uomini tra i 18 e i 65 anni di comprare i loro biglietti, ma i prezzi si sono impennati e le ricerche su Google sono più che raddoppiate nelle ultime ore. Salire sul Mosca-Istanbul con la Turkish Airlines, ad esempio, costa ora 172.790 rubli, ovvero più di 2.800 euro.

Secondo la Cnbc non ci sono biglietti a disposizione fino a giovedì neanche per Belgrado, unica capitale europea ad avere collegamenti aerei diretti con la Russia dato che il governo della Serbia non ha aderito alle sanzioni. Il biglietto più economico dalla Russia a Belgrado venerdì costa quasi 2.900 euro, mentre - sempre secondo Cnbc - il suo prezzo solitamente si aggira tra gli 835 e i 1.945 euro.

Alcuni video sui social invece mostrano lunghe code di auto al confine tra Russia e Finlandia.

Helsinki cercherà infatti di limitare o bloccare del tutto il transisto dei “turisti russi” sul suo suolo, visto che la Polonia e i tre Paesi baltici già da inizio settembre impediscono l’ingresso dei cittadini russi con visto turistico.

Le nuove misure, ha affermato il ministro degli Esteri Pekka Haavisto, “potrebbero includere una nuova legislazione da adottare molto rapidamente o una interpretazione più restrittiva della legislazione attuale”.

Al momento però, precisano le autorità finlandesi smentendo i video che circolano sui social, “il traffico ai valichi è normale”.

LE PROTESTE

La mobilitazione ha anche riacceso le proteste di piazza, oltre mille persone sono state fermate oggi in varie città russe, un bilancio destinato ad aumentare rapidamente.

Per la precisione, manifestazioni ci sono state in almeno 38 città e secondo l'ong Ovd-Info sono almeno 1.026 le persone arrestate. Sono le più grandi proteste in Russia da quelle successive all'annuncio dell'offensiva di Mosca in Ucraina a fine febbraio: allora ci furono più di 16mila persone fermate, quasi tutte nel primo mese dallo scoppio del conflitto.

E sono state raccolte 290mila firme in una petizione online contro la mobilitazione. “Noi cittadini russi, donne e uomini, ci opponiamo alla mobilitazione generale e parziale. Il presidente Vladimir Putin non ha basi legali, ragioni ponderate e ben motivate per annunciarla e non può averne. Nell'attuale situazione di incertezza, non siamo pronti a esporre gli uomini del nostro Paese - fratelli, figli, mariti, padri e nonni - a pericoli morali, morali o fisici”, affermano gli autori della petizione secondo Novaya Gazeta Europa.

(Unioneonline/L)

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