Al centro della contesa ci sono le pregiate "coquille Saint-Jacques", le capesante atlantiche conosciute e apprezzate in tutto il mondo.

E il controllo di questi preziosi molluschi ha scatenato lo scorso martedì una vera e propria prova di muscoli tra pescatori inglesi e francesi, con tanto di fumogeni, lancio di pietre e scafi danneggiati nel Canale della Manica.

Uno scontro senza vittime né feriti, per fortuna, ma che ha richiamato l'attenzione della Commissione europea e dei rappresentanti politici dei due Paesi, anche perché la disputa è in corso da circa 15 anni, e riguarda le differenti normative sulla pesca delle capesante vigenti in Francia e in Gran Bretagna. Per i pescatori francesi, infatti, esiste un rigido arco temporale per la pesca dei molluschi, che va dal 1° ottobre al 15 maggio, al fine di favorirne la riproduzione, mentre per i britannici non esistono limitazioni.

Altro elemento di scontro è il tipo di pesca: artigianale e "responsabile" per i francesi, con imbarcazioni di quindici metri, più "industriale" per i britannici, con navi di oltre 30 metri che hanno la capacità di congelare i carichi di capesante.

Da qui l'accusa francese di "saccheggiare" il mare, e di contro quella britannica di esser stati vittima di un'azione di "pirateria".

C'è poi il nodo della Brexit, che potrebbe escludere definitivamente dall'area di pesca gli inglesi, in caso di mancato accordo con l'Unione europea, o, in caso positivo, veder ridefiniti gli accordi ittici, con regole chiare e uguali per tutti.

(Unioneonline/b.m.)
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