Joseph De Angelo, il "killer del Golden State", è stato condannato all'ergastolo senza possibilità di remissione della pena.

Il serial killer ha evitato la pena di morte confessando 13 omicidi e decine di stupri, rapimenti e furti davanti ad un tribunale di Sacramento.

"Sono profondamente addolorato per avervi fatto del male", così si è scusato con i parenti delle vittime seduti in aula.

Ex poliziotto ed ex veterano della guerra in Vietnam, ha terrorizzato la California negli anni '70 e '80. E' stato catturato solo nel 2018 grazie a un test del Dna. Per 40 anni lo stesso sceriffo gli ha dato la caccia.

Il suo arresto creò scalpore perché De Angelo, con quel suo passato e quel presente apparente da uomo tranquillo, tutto pareva meno che un serial killer. I vicini lo ricordavano per il modo in cui curava il prato e per i lavori di modellismo, e invece era il serial killer più famoso della California, autore di 13 omicidi, 45 stupri e 120 rapine secondo la Polizia.

Spiava le sue vittime a lungo prima di agire. A volte le avvertiva con telefonate anonime, poi faceva irruzione nelle case delle donne per stuprarle e portar via un po' di soldi. Spesso le violentava davanti ai mariti. A volte soggiornava a lungo nelle loro case, le stuprava ripetutamente, beveva e mangiava a casa loro.

Poi ha iniziato anche a uccidere: una lunga scia di morti, uomini, donne, coppiette. A colpi di pistola o a bastnate.

(Unioneonline/L)
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