Perché il Vaticano dopo quarant’anni decide di riaprire un’inchiesta su Emanuela Orlandi? È una domanda che si stanno facendo in tanti.

«Al momento ho solo letto le agenzie. È arrivata all’improvviso, non abbiamo avuto possibilità di capire come sia stata presa improvvisamente questa decisione», ha commentato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. La notizia arriva pochi giorni dopo la morte del Papa emerito Benedetto XVI e le rivelazioni annunciate da Padre Georg – segretario particolare di Ratzinger - che in un libro intitolato "Nient’altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI" (Piemme) punta il dito contro Papa Bergoglio, accusandolo di aver “spezzato il cuore” di Ratzinger. «Adoriamo Dio e non il nostro io», ha affermato il Papa durante l’omelia della messa per l’epifania. Qualcuno ha interpretato queste parole come una risposta alle polemiche.

Il malcontento dei conservatori in Vaticano è dovuto ad una serie di scelte ben precise compiute da Papa Francesco, che avrebbero indirizzato la Chiesa verso una linea sempre più progressista. E se dentro le mura Vaticane si parla sottovoce, si bisbiglia e ci si guarda tutti con sospetto, le risposte arrivano pubblicamente ai diretti interessati: «Il chiacchiericcio è un’arma letale, uccide: uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza – dice Papa Francesco durante l’Angelus dell’8 gennaio - Io sono discepolo dell’amore di Gesù o un discepolo del chiacchiericcio che divide? Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?».

Il 14 gennaio prossimo sarebbe il 55esimo compleanno di Emanuela Orlandi. Quando è scomparsa, il 22 giugno dell’83, ne aveva solamente 15 di anni. Era una cittadina Vaticana, viveva dentro quelle mura insieme alla sua famiglia e sembrava impossibile che qualcosa di brutto potesse accadere in quel luogo apparentemente sicuro e così lontano dal resto del mondo. L’apertura dell’inchiesta condotta dalla magistratura vaticana avviene in un momento storico abbastanza delicato per la Santa Sede, in cui si sta combattendo una vera e propria guerra interna, con i conservatori che vorrebbero le dimissioni di Papa Bergoglio.

Ma cosa c’entrano le guerre di potere tra fazioni opposte che si combattono in questo momento presso la Santa Sede con il caso Orlandi? Perché queste due storie si stanno intrecciando? Esiste davvero la volontà di scovare finalmente la verità e dare risposta alla famiglia o si tratta dell’ennesimo buco nell’acqua? O forse tutto questo rumore mediatico di Padre Georg, tra accuse, veleni e colpi di scena, caso Orlandi compresa, serve solamente per placare la guerra in atto in Vaticano contro i progressisti che stanno preparando il terreno per il conclave post Bergoglio?

La nuova inchiesta –tra le tante cose - dovrebbe fare chiarezza sul perché Enrico “Renatino” De Pedis, Boss della Banda della Magliana, è stato sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare. Emanuela – ricordiamo - frequentava una scuola di musica proprio in quella piazza. La magistratura vaticana farà finalmente chiarezza anche sui rapporti che intercorrevano in quegli anni tra De Pedis, le alte sfere del Vaticano, i Servizi Segreti e la politica? Rapporti che, ad oggi, sono ancora avvolti nell’ombra, dietro una coltre di impenetrabile silenzio.

Angelo Barraco

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