E se il virus SarsCoV2 avesse circolato negli umani per anni, prima di sviluppare quelle caratteristiche genetiche che hanno portato alla drammatica pandemia di questi giorni?

A lanciare questa nuova ipotesi è lo studio internazionale che sulla rivista Nature Medicine ha dimostrato come il nuovo coronavirus abbia un'origine naturale e non sia nato in laboratorio.

Il gruppo di ricerca (che comprende esperti statunitensi, britannici e australiani coordinati dal centro californiano Scripps Research Institute) ha esaminato le caratteristiche genetiche del virus, arrivando a escludere che sia frutto di manipolazione genetica.

Assodata l'origine naturale, ci troviamo di fronte a due possibili scenari. Il primo, quello noto ai più, ipotizza che il virus si sia evoluto negli animali, ad esempio attraverso la ricombinazione dei coronavirus di pipistrelli e pangolini, per poi fare il salto di specie verso l'uomo.

A supporto di tale teoria c'è il legame dei primi casi di Covid-19 con il mercato del pesce di Wuhan, tuttavia mancano le prove definitive negli studi sugli animali. I coronavirus di pipistrelli e pangolini analizzati finora, indatti, non sembrano essere così simili a Sars CoV2 da poter esserne definiti progenitori diretti.

Alla luce di tutto ciò dunque gli scienziati delineano un secondo scenario, finora rimasto in secondo piano. Il virus potrebbe essersi evoluto dopo aver circolato indisturbato per anni negli umani, sino ad assumere le drammatiche caratteristische odierne. "E' possibile che il progenitore di Sars CoV2 abbia fatto il salto negli umani, acquisendo nuove caratteristiche genomiche mentre passava inosservato da una persona all'altra", scrivono i ricercatori. "Una volta acquisiti, questi adattamenti avrebbero permesso alla pandemia di decollare producendo un numero di casi sufficientemente grande".

(Unioneonline/L)
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