Due anni fa il raid israeliano sulla chiesa di San Porfirio a Gaza
Il ricordo di padre Romanelli per le 17 vittimePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A due anni dal raid israeliano che colpì la chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza, causando la morte di 17 civili, padre Gabriel Romanelli — parroco della chiesa cattolica della Sacra Famiglia — ha voluto ricordare le vittime con un post sui social, pubblicando anche le foto di alcuni dei caduti.
«Che riposino nella pace di Cristo», scrive Romanelli. «Sono morti nella chiesa greco-ortodossa di Gaza in seguito ai bombardamenti israeliani». Tra i nomi, anche quello di Viola, 26 anni, operatrice di Caritas Gerusalemme, uccisa insieme al marito e al figlio.
Il 19 ottobre 2023, la chiesa di San Porfirio — uno dei luoghi cristiani più antichi e simbolici della Striscia — venne colpita durante un bombardamento, in un momento in cui offriva rifugio a decine di civili sfollati.
In una recente intervista al portale argentino Infobae, padre Romanelli ha commentato anche il delicato contesto attuale e gli sviluppi diplomatici in corso. «Ci sono segnali di speranza», ha dichiarato, facendo riferimento a un possibile accordo tra Israele e Hamas, mediato da più attori internazionali: Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia. «Il fatto che ci siano altri garanti dà più sicurezza rispetto alle precedenti occasioni», ha osservato.
Sull’operato di Hamas, Romanelli ha usato parole dure: «Chiedo che vengano recuperati i corpi degli ostaggi e restituiti alle famiglie». Ha definito “barbarie” le esecuzioni effettuate dall’organizzazione terroristica, pur sottolineando la complessità della situazione nella Striscia, aggravata da anni di embargo e dalla difficoltà nell’introdurre perfino materiali di ricostruzione.
Il sacerdote argentino, da anni a Gaza, ha poi lanciato un nuovo appello per la popolazione civile, in particolare per i bambini, che vivono «in condizioni sempre più precarie e con un urgente bisogno di assistenza».
(Unioneonline)