Continua a estendersi l'epidemia di coronavirus in Cina e non solo.

Il numero totale delle vittime ha superato quota 170, mentre i casi confermati sono quasi 7.800, la stragrande maggioranza registrati nella provincia dell'Hubei, dove si trova la città di Wuhan, primo focolaio del contagio.

E mentre si cerca di evitare la pandemia e di trovare una cura - e allo scopo gli esperti dell'Oms stanno collaborando con quelli di Pechino - le autorità del Paese asiatico, così come la comunità internazionale corre ai ripari.

STOP ALLE PARTITE - Dopo il blocco delle partenze e degli spostamenti e l'isolamento di diverse città, la Cina ha deciso di sospendere molti eventi di richiamo, compresi quelli sportivi. E la Chinese Football Association, la Federcalcio cinese, ha deciso di rinviare tutte le partite in programma nel 2020.

AZIENDE IN FUGA - Anche le multinazionali stanno prendendo provvedimenti. Ikea ha annunciato che chiuderà metà dei suoi negozi nel Paese e la stessa cosa ha intenzione di fare Starbucks, mentre la Toyota ha deciso di fermare la produzione.

Molte compagnie aeree, inoltre, a cominciare dalla United Airlines e Lufthansa, hanno scelto di sospendere i propri collegamenti con Pechino e gli altri maggiori scali cinesi.

ECONOMIA A RISCHIO - E ora la Cina teme per le conseguenze della situazione sulla propria economia. L'agenzia Nomura, in uno studio, si apetta ora un "duro colpo", peggiore di quello generato nel 2003 dalla Sars.

Il Pil reale, solo nella provincia dell'Hubei (che "vale" 214 miliardi di dollari e contribuisce all'1,6% del Pil nazionale) potrebbe "materialmente cadere" dal 6% dello scorso trimestre, anche di "oltre il 2%" come è avvenuto nel secondo trimestre del 2003 sul primo.

I RIMPATRI - Nel frattempo, la Russia ha annunciato la chiusura della frontiera con la Cina, mentre la Farnesina lavora per il rimpatrio dei circa 60 italiani presenti nella zona di Wuhan. I nostri connazionali torneranno a casa a bordo di un aereo civile, ma coordinato dal Comando operativo di vertice Interforze della Difesa.

Al rientro verranno sottoposti a un particolare protocollo medico, secondo le linee guida dell'Organizzazione mondiale della Sanità.

IN ITALIA - Intanto a Civitavecchia è scattato l'allarme a bordo di una nave da crociera della Costa, dove è scattato il protocollo di emergenza dopo che due turisti, originari di Hong Kong, hanno manifestato febbre e problemi respiratori.

In Puglia, invece, è stato segnalato un secondo caso sospetto di coronavirus dopo quello (poi rivelatosi infondato) di una cantante lirica di rientro da un tour in Cina. Lo ha confermato il direttore del Dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro. Si tratta di una cittadina cinese, residente in

Salento, che due giorni fa è andata al pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce con febbre alta e difficoltà respiratorie, riferendo di aver avuto contatti a Roma con alcuni suoi connazionali provenienti dalla zona di Whuan in Cina.

Come da protocollo, la donna è stata messa in isolamento e sono stati fatti i prelievi, che sono stati inviati all'Istituto nazionale per le Malattie infettive Spallanzani di Roma. La paziente, poi, da Lecce è stata trasferita al Policlinico di Bari, centro di riferimento regionale per i casi sospetti da coronavirus. I primi risultati delle analisi sono attesi in giornata.

(Unioneonline/l.f.)

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