La comunità internazionale ha dato il via libera agli strumenti che daranno vita all'accordo di Parigi, ma senza impegnarsi in nuove misure per contrastare più rapidamente il riscaldamento globale con un taglio delle emissioni inquinanti.

Dopo due settimane di negoziati, quasi 200 Paesi hanno raggiunto un'intesa alla Conferenza Onu di Katowice in Polonia (Cop 24).

Il "Rulebook" - un regolamento di 100 pagine - di fatto rende operativa l'accordo siglato nel 2015 e mette tutti i Paesi in condizioni di parità nel rendere conto sull'azione in campo per contenere il global warming.

Le nazioni hanno concordato che aggiorneranno i rispettivi piani climatici entro il 2020, mentre il vertice Onu sul clima del 2019 sarà l'occasione per i capi di Stato e di governo di dimostrare di voler rafforzare gli sforzi entro il 2020.

Gli Stati industrializzati hanno inoltre deciso di aumentare i finanziamenti per il clima, con l'obiettivo di offrire maggiore fiducia ai Paesi vulnerabili, a cui è stata garantita maggiore flessibilità.

È stato infine stabilito che il prossimo vertice sul clima, la Cop25, si terrà in Cile nel 2019, con un pre-Cop in Costa Rica.

PER LE ONG UN'OCCASIONE SPRECATA - L'intesa è stata accolta con delusione da alcune ong impegnate sui temi dell'ambiente.

Gli Stati "hanno fatto progressi, ma ciò che abbiamo visto in Polonia è una fondamentale mancanza di comprensione dell'attuale crisi", commenta Manuel Pulgar-Vidal, del Wwf.

"Questa mancanza di risposta alla relazione di Giec è scioccante", afferma Jennifer Morgan di Greenpeace: "Non puoi più incontrarti e dire che non puoi fare di più!".

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata