Scontri, pallottole di gomma, blitz degli agenti in tenuta antisommossa nei seggi, urne sequestrate.

In serata le operazioni di voto si sono concluse ed è iniziato lo spoglio.

Tra il caos e le violenze i catalani hanno votato e secondo la Generalitat sono almeno tre milioni i cittadini chde si sono mobilitati per il referendum indipendentista.

RAJOY - Per il premier spagnolo Mariano Rajoy, invece, non c'è stato nessun referendum di autodeterminazione. "Tutti hanno visto che il nostro Stato mantiene la sua forza, affronta le minacce e reagisce con efficacia e serenità alle provocazioni", ha detto Rajoy. "Quella di oggi era solo una messinscena, un tentativo di sovvertire la convivenza democratica, e gran parte del popolo catalano non ha voluto partecipare a questo copione dei secessionisti, ponendosi a favore della democrazia e della convivenza".

SCONTRI AI SEGGI - Ma sin dalla mattina si sono registrate code "chilometriche" davanti a molti seggi elettorali. In 319 seggi non si è potuto votare per l'intervento delle forze dell'ordine, ha spiegato Jordi Turull, portavoce delle Generalitat.

La polizia spagnola ha sparato sulla folla usando proiettili di gomma e caricato la gente in attesa davanti ai seggi causando decine di feriti tra i votanti.

Molti sono stati ricoverati.

Le autorità catalane parlano di oltre 800 feriti, due dei quali in gravi condizioni: un uomo colpito a un occhio da un proiettile di gomma e un anziano che ha avuto un infarto quando si è trovato in mezzo alle cariche della polizia.

Le autorità spagnole dal canto loro fanno sapere che sono stati feriti anche 11 agenti, due della Guardia Civil e nove della polizia nazionale. Quattro invece le persone arrestate, fa sapere Madrid: tra di loro c'è anche un minorenne, le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale e disobbedienza.

I tafferugli sono scoppiati davanti ai seggi, dove molti catalani hanno cercato di impedire l'ingresso della polizia, intenzionata a impedire le operazioni di voto.

I cittadini hanno opposto resistenza mettendosi davanti alla porta o sdraiandosi a terra, ma sono stati spostati con la forza.

I MOSSOS D'ESQUADRA - È polemica invece sul comportamento dei Mossos d'Esquadra. Sei le inchieste aperte da magistrati spagnoli sulla polizia catalana: ipotesi di reato, disobbedienza all'azione. I Mossos avevano l'ordine, impartito dal Tribunale superiore della Catalogna, di sgomberare i seggi. Ma lo hanno disatteso, per questo Madrid ha mandato la Polizia nazionale e la Guardia Civil.

LE AUTORITÀ CATALANE - "Un presidente codardo ha inondato di poliziotti la nostra Barcellona, città di pace", ha scritto su Twitter il sindaco di Barcellona Ada Colau, recatasi anche lei alle urne "indignata per la repressione poliziesca, ma al tempo stesso piena di speranza per l'esemplare risposta della cittadinanza".

La Guardia Civil è intervenuta sfondando le porte anche nel seggio dove avrebbe dovuto votare il presidente catalano Carles Puigdemont, a Girona, ma il presidente aveva già votato altrove.

"La brutalità ingiustificata della polizia è una vergogna che accompagnerà per sempre l'immagine dello Stato spagnolo", ha dichiarato Puigdemont.

Parla invece di risposta "professionale e proporzionata della polizia" la vicepremier spagnola, Soraya Saenz de Santamaria: "Oggi in Catalogna non c'è stato un referendum, il governo regionale ponga fine immediatamente a questa farsa", le sue parole.

IL BARCELLONA - La situazione ha coinvolto anche il campionato di calcio, con il Barcellona costretto a giocare a porte chiuse la partita al Camp Nou contro il Las Palmas. La società catalana aveva intenzione di posticiparla, ma, visto il rifiuto della Lega calcio iberica, ha optato per giocarla a porte chiuse.

"Il Barcellona condanna gli eventi che si sono verificati in molte parti della Catalogna per vietare ai cittadini di esercitare il loro democratico diritto alla libera espressione", ha scritto in una nota il club blaugrana.

Tanti, da Puyol a Piquè, i calciatori della squadra catalana che oggi si sono recati alle urne.

(Redazione Online/L)

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