«Questa volta mi sembra che si sia ecceduto». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sul caso di Ilaria Salis, l’insegnante 39enne di origine sarda portata in catene in tribunale a Budapest: si tratta di «violazione delle norme comunitarie» e non è «in sintonia con la nostra civiltà giuridica», ha aggiunto parlando a Radio Anch’io.

Ieri sera il padre della donna, Roberto Salis, è intervenuto alla trasmissione “Quarta Repubblica”: «Mia figlia è stata torturata per 35 giorni, è stata lasciata con dei vestiti sporchi che le sono stati consegnati in questura, è stata otto giorni in cella di isolamento senza carta igienica, sapone e assorbenti. E in quei giorni ha avuto anche il ciclo», ha raccontato. «Prima che l'ambasciata riuscisse a consegnare un pacco che era già disponibile da parecchio tempo sono passati 35 giorni - ha proseguito - in cui mia figlia doveva utilizzare uno dei capi di abbigliamento che aveva addosso per asciugarsi dopo la doccia perché non aveva a disposizione un asciugamano».

Salis ha visto per l'ultima volta Ilaria, prima di ieri, «il 26 di novembre». «Ho saputo di queste condizioni a cui era sottoposta tutte le volte che andava in udienza il 12 ottobre, perché abbiamo ricevuto una lettera da parte di Ilaria indirizzata ai suoi avvocati e che è stata mandata alla all'ambasciata. Questa lettera conteneva queste dichiarazioni che io purtroppo ignoravo», ha spiegato. «Questi trattamenti non da essere umano sono avvenuti fino a quando abbiamo visto questa lettera. Noi abbiamo potuto assistere a questa scena inqualificabile per la prima volta oggi (ieri, ndr)». Roberto Salis ha contato «almeno quattro udienze, probabilmente sono cinque, in cui gli addetti dell'ambasciata sono andati a vedere» Ilaria, in cui «era trattata esattamente nello stesso modo e per cinque volte non hanno sollevato un dito. Lo hanno fatto soltanto nel momento in cui io sono riuscito a portare finalmente una troupe televisiva». Per l’uomo, «l'ambasciata non ha lavorato bene».

Martedì scorso è stato ricevuto dal ministro Nordio: «Abbiamo avuto un colloquio, abbiamo impostato una strategia per cercare di portare Ilaria a casa. Ci sono delle incongruenze però quella è la strada giusta. Se si vogliono risolvere questi problemi non si può continuare a passarsi la pallina da una parte all'altra, bisogna creare un team di persone che hanno le deleghe per poter decidere e per portare avanti le azioni che sono necessarie». «Adesso il tempo delle chiacchiere deve finire e dobbiamo passare al tempo dei fatti», ha concluso Salis.

(Unioneonline/s.s.)

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