Carneficina a Jalalabad, in Afghanistan, nel corso della manifestazione contro la presa del potere dei talebani.

Almeno 35 i morti durante le proteste, secondo una testimonianza esclusiva citata da Sky Tg24: “Oggi il popolo che abita nella provincia afgana chiamata Nangarhar è uscito in strada con le vecchie bandiere dell'Afghanistan. Per fermarli, i talebani hanno sparato e ammazzato trentacinque persone", ha detto un testimone oculare della protesta.

“A molta gente – ha aggiunto - questo non piace, ma molti hanno dovuto rassegnarsi. Ma a Jalalabad non si sono rassegnati e qui c'è stata la resistenza di una buona fetta della comunità".

Le proteste nazionaliste sono nate in seguito alla decisione dei talebani di ammainare dai palazzi pubblici, in primis da quello presidenziale di Kabul, la bandiera tradizionale afgana, sostituendola con quella del movimento nazionalista.

Situazione ancora drammatica all’aeroporto di Kabul: almeno 17 persone sono rimaste ferite nella calca. Da giorni migliaia di afgani si affollano nello scalo della capitale, nella speranza di riuscire a lasciare il Paese.

I talebani intanto iniziano ad abbattere le statue “sgradite”, oltre che ad uccidere. A Bamiyan la statua di un eroe sciita anti talebano, Abdul Ali Mazari, è stata abbattuta dagli insorti.

(Ansa)
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IL NUOVO GOVERNO – Fonti dei Talebani e dell'ex presidente Hamid Karzai citate dalla televisione Tolo hanno detto che le due parti stanno lavorando per la formazione di un "governo inclusivo" in Afghanistan.

Ma un alto esponente dei talebani, Waheedullah Hashimi, in un'intervista alla Reuters ha detto: "Non ci sarà alcun sistema democratico perché non ha alcuna base nel nostro Paese. Non discuteremo quale tipo di sistema politico dovremmo applicare in Afghanistan perché è chiaro. È la legge della sharia e basta".

I VOLI DELL’AERONAUTICA – È atterrato oggi pomeriggio a Fiumicino il volo dell'Aeronautica Militare con a bordo 86 passeggeri, tra cui alcuni italiani, numerosi ex collaboratori afghani e i loro familiari, personale della Delegazione dell'Unione europea e Nato, evacuati da Kabul. 

Altri voli, ha fatto sapere il ministero della Difesa, sono decollati successivamente, per un totale di 200 afgani trasportati in Italia solo oggi.

"Grazie al nuovo metodo stabilito, ossia una cogestione con il personale militare Usa di uno dei gate di ingresso, e grazie all'eccezionale lavoro dei Carabinieri dell'Ambasciata e dei paracadutisti della Folgore arrivati ieri, siamo riusciti a far entrare in aeroporto la fondazione Veronesi al completo, Zahra Ahmadi con i familiari, una parte del personale interinale dell'ambasciata e un consistente numero di ex collaboratori della Difesa in Afghanistan", ha fatto sapere Tommaso Claudi, console italiano rimasto a Kabul per gestire le operazioni di rientro in loco.

"Abbiamo purtroppo dovuto assistere a scene drammatiche - ha aggiunto Claudi - ma siamo riusciti in condizioni di assoluta emergenza a riportare a casa i nostri connazionali e alcuni dei nostri collaboratori afghani che in questi anni ci hanno consentito di operare in un contesto difficile”.

Sarebbero venti, ha riferito lo stesso Claudi, gli italiani che si trovano ancora in Afghanistan, tra Kabul e le altre province del Paese.

La prossima settimana è in programma un summit virtuale dei leader del G7 per discutere una strategia e un approccio comuni.

(Unioneonline/L)

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