Migliaia di ungheresi da almeno tre giorni stanno scendendo in piazza contro il premier Viktor Orban.

A innescare l'imponente mobilitazione quella che è stata ribattezzata come "legge schiavitù", che autorizza i datori di lavoro a chiedere fino a 400 ore di straordinario l'anno, da pagare tralaltro in tre anni.

La norma, voluta per far fronte alla mancanza di manodopera nelle imprese, aumenta da 250 a 400 le ore di straordinario che i datori di lavoro possono chiedere ai dipendenti. Ore extra che potranno essere pagate dopo tre anni, e non entro un anno come prevedono le norme attuali. Inoltre, se un lavoratore lascia o perde il lavoro prima di quei tre anni, le ore di straordinario non gli saranno pagate. Un formidabile strumento nelle mani dei datori di lavoro poco onesti, insomma.

E non solo: la legge fa fuori i sindacati dalle trattative e prevede che possano essere condotte direttamente tra azienda e dipendente.

Si tratta dell'ondata di protesta più imponente registrata in Ungheria contro Orban: più di 10mila hanno sfilato in direzione del Parlamento e della tv di Stato, dispersi dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia.

Il partito di governo Fidesz e il capo di gabinetto di Orban anche in questo caso danno la colpa a George Soros, il magnate che per alcuni sembra essere all'origine di tutti i mali del mondo. I manifestanti vengono definiti dei "mercenari pagati da Soros" che odiano i cristiani.

(Unioneonline/L)
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