Mentre Hamas annuncia la liberazione di due ostaggi americani, madre e figlia, le bombe sulla chiesa di San Porfirio a Gaza riaccendono le polemiche su un conflitto che diventa sempre più sanguinoso. Questa mattina intanto è stato aperto il valico di Rafah dall’Egitto ed è stato chiuso subito dopo il passaggio dei primi convogli con gli aiuti umanitari.

«Questo convoglio non sia l’ultimo», è l’appello dell’Onu, mentre Hamas sottolinea che «pochi aiuti non saranno in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza».

La liberazione dei due ostaggi - grazie ad una mediazione del Qatar - è stata decisa da Hamas «per dimostrare al popolo americano quanto siano errate le affermazioni di Biden e della sua amministrazione fascista». Yeudit Raanan (59 anni) e la figlia Natalie (18 anni), anche cittadine israeliane, erano arrivate in Israele per celebrare le festività ebraiche di Sukkot e sono state prese e rapite da Hamas nell'attacco al kibbutz di Nahal Oz lo scorso 7 ottobre. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken chiede intanto che tutti gli ostaggi Usa siano rilasciati subito: «Sono ancora 10 gli americani, Hamas li liberi immediatamente».

Intanto nella città vecchia di Gaza City i soccorritori scavano senza sosta tra le macerie dell’edificio annesso alla chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, colpita da una raid. Erano riunite circa 400 persone per trovare un riparo dagli incessanti bombardamenti dell’aviazione di Tel Aviv: un primo bilancio della Caritas parla di almeno 17 morti e decine di feriti. Hamas, il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme e la Caritas hanno accusato Israele, l'esercito dello Stato ebraico ha ammesso solo di aver colpito un muro adiacente al luogo religioso da dove partiva il lancio di razzi.

Dalla situazione sul campo si evince che l’ingresso delle truppe israeliane di terra a Gaza è sempre più vicino. I continui raid e l’invasione sono la prima delle tre fasi, spiega il ministro della Difesa Yoav Gallant, individuate da Tel Aviv per abbattere Hamas e stabilire un nuovo regime politico nella Striscia.

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha intanto chiesto di evacuare molte delle sue scuole dove i palestinesi si sono rifugiati a Gaza City, ritenendo che i luoghi «non siano più sicuri» dopo aver ricevuto un avvertimento israeliano. «Siamo stati informati da Israele della necessità di evacuare queste infrastrutture il più rapidamente possibile», ha affermato l'Unrwa in una nota. «Abbiamo fatto quello che potevamo per protestare e respingere questa decisione, ma la conclusione è che d'ora in poi le nostre infrastrutture non saranno più sicure», ha scritto l'agenzia in una nota.

Ed è ormai guerra aperta anche alla frontiera nord tra Israele e gli Hezbollah, che dal Libano continuano a lanciare razzi oltre confine.

Capitolo ostaggi: per Israele sono 210 quelli nelle mani di Hamas ancora in vita, tra cui 30 minori o adolescenti e 20 anziani, l’esercito stima anche tra i 100 e i 200 dispersi. Si aggrava intanto il bilancio dei morti: oltre 4mila palestinesi (1.600 bambini secondo l’Unicef), con 13mila feriti, circa 1.400 in Israele con 5mila feriti.

Oggi al Cairo occhi puntati sulla conferenza internazionale - alla quale partecipa anche la premier Giorgia Meloni - promossa dal presidente egiziano al Sisi per «rilanciare il processo di pace nella regione». 

(Unioneonline/L)

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