Notte di scontri fra polizia e dimostranti antigovernativi davanti al parlamento a Belgrado.

I dimostranti - che protestano contro il nuovo lockdown imposto al Paese dal presidente Aleksandar Vucic - hanno cercato con la forza di raggiungere l'ingresso dell'edificio, inizialmente non presidiato dagli agenti.

Con la tensione tornata a salire, massicci reparti di polizia in assetto antisommossa, che si erano mantenuti sul retro dell'edificio, sono intervenuti, e dai dimostranti più violenti è partito un fitto lancio di pietre, bottiglie, petardi e fumogeni.

La manifestazione nella capitale serba - tenuta nonostante il divieto di assembramento con oltre dieci persone e a dispetto dei ripetuti appelli delle autorità a evitare raduni per non favorire i contagi di coronavirus - era cominciata pacificamente, ma la presenza di gruppi di estremisti e ultranazionalisti ha fatto degenerare nuovamente la situazione.

Non è escluso che agli scontri partecipino gruppi di hooligans delle tifoserie di calcio violente, protagonisti di ripetuti incidenti negli stadi e fuori. Si sono uditi infatti cori organizzati tipici delle tifoserie più accese. Si sono registrati anche attacchi a giornalisti e troupe televisive.

Vucic ha condannato con forza i nuovi scontri, parlando dei dimostranti come "in larga parte di gente frustrata, legata a tycoon e a politici senza alcun programma, incapaci di ottenere credito nella popolazione. Gente che mette a rischio la salute propria e quella di migliaia di altre persone inscenando simili dimostrazioni di piazza nel pieno di una nuova ondata epidemica".

(Unioneonline/F)
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