Attacco di Israele sul quartiere Da'aheh a Beirut, una roccaforte di Hezbollah. Nel mirino la zona di Harat Harik con l’obiettivo di uccidere un alto dirigente, Fouad Sukar, considerato il numero due dell’organizzazione guidata da Hassan Nasrallah. Fonti vicine a Hezbollah hanno reso noto che ci sono stati almeno due morti, ma Sukar sarebbe sopravvissuto, mentre per fonti citate da Al Arabiya e dalla tv saudita al Adht, sarebbe morto.

Nel luogo dell'attacco, secondo le fonti, si trova un ufficio di coordinamento di Hezbollah e delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Il quotidiano libanese "Al-Mayadeen" scrive che l'attacco aveva come bersaglio anche un edificio residenziale e ne ha provocato il parziale crollo. L'altro obiettivo è stato colpito nelle vicinanze del Consiglio della Shura delle milizie sciite legate all'Iran.

Il raid era mirato a colpire il «responsabile dell'omicidio dei bambini a Majdal Shams e dell'uccisione di numerosi altri civili israeliani».

Per il Dipartimento di Stato Usa - riferito dai media israeliani - Fuad Shukr, conosciuto anche come Hajj Mohsin, è stato consigliere militare del leader degli Hezbollah Hassan Nasrallah. Ha fatto anche parte del Consiglio della Jihad, il corpo militare di Hezbollah e, secondo la stessa fonte, ha avuto un «ruolo centrale» nell'attacco nel 1983 alla caserma dei Marines americani a Beirut che uccise 241 militari. Durante la guerra civile siriana «aiutò i combattenti e le truppe pro regime».  

«Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa», ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant pochi minuti dopo l'attacco dell'Idf.

(Unioneonline/s.s.)

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