Attacco a Doha, giallo sulla sorte dei leader di Hamas. Israele: «L’ottimismo diminuisce»
Intanto il Qatar, Paese mediatore, interrompe i negoziati e accusa Netanyahu: «Terrorismo di Stato». Anche Trump prende le distanzeIl premier israeliano segue in diretta il raid a Doha
È giallo sulla sorte dei leader di Hamas, presi di mira ieri dagli attacchi israeliani mentre erano riuniti a Doha per discutere l’accordo di pace proposto da Donald Trump.
E anche l’ottimismo di Israele sulla riuscita dell’operazione sfuma con il passare delle ore.
«Al momento non ci sono indicazioni che i terroristi siano stati eliminati. Continuiamo a sperare che siano stati eliminati, ma l'ottimismo è diminuito», ha detto un funzionario israeliano a Channel 12.
Quella costruzione discreta stava ospitando, tutti insieme sembra, proprio gli obiettivi di Israele: Khalil al-Hayya, Khaled Mashaal, Muhammad Darwish, Razi Hamad e Izzat al-Rishq. Ma l’ipotesi è che il raid, storico perché il primo dell’Idf in Qatar, abbia fatto i maggiori danni sulla casa vicina a quella della riunione. Secondo fonti palestinesi due persone sono morte, ma non sarebbero i leader dell’organizzazione.
Intanto, mentre a Gaza city è iniziato l’esodo forzato della popolazione civile, il primo risultato del bombardamento è l’interruzione dei negoziati: «Non credo che possano essere sostenibili dopo quanto visto», ha affermato il premier e ministro degli Esteri qatarino Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. «Abbiamo compiuto ogni sforzo per garantire il successo dei negoziati su Gaza. Abbiamo fatto tutto il possibile per fermare l'aggressione contro Gaza. Per quanto riguarda i negoziati in corso, non credo che possano essere sostenibili dopo quanto visto oggi», ha dichiarato Al Thani in conferenza stampa a Doha definendo un tradimento l'attacco al Qatar, che svolge il ruolo di mediatore nei colloqui tra Israele e Hamas.
Il premier qatariota ha definito l’attacco «un atto di terrorismo di Stato compiuto personalmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu nell'ambito della sua politica e dei continui tentativi di minare la sicurezza e la stabilità della regione».
E anche Trump si sfila e prende le distanze dall’alleato: «La decisione di attaccare il Qatar è stata del premier israeliano Benjamin Netanyahu e non mia», ha chiarito il presidente Usa, criticando il raid che potrebbe vanificare i suoi piani diplomatici nella regione. «Non sono entusiasta» e «sono molto turbato», ha dichiarato il tycoon durante un breve scambio con la stampa prima di recarsi a cena in un ristorante vicino alla Casa Bianca. «No», ha risposto poi scuotendo la testa quando un giornalista gli ha chiesto se Israele gli avesse dato preavviso.
(Unioneonline/L)