È una guerra di informazione, oltre che di bombe e raid chimici o presunti tali, quella che ormai si combatte in Siria.

A distanza di 9 giorni dall'attacco chimico nella provincia di Idlib, che è costato la vita a oltre 80 civili e ha scatenato la reazione della comunità internazionale e in particolare degli Stati Uniti, Bashar al-Assad ha rilasciato un'intervista all'agenzia France Presse.

Il bombardamento dei giorni scorsi "è stato costruito al 100%, anche perché le forze armate siriane non possiedono più armi chimiche, abbiamo rinunciato al nostro arsenale un po' di anni fa", ha detto il presidente siriano. Che poi ha annunciato l'intenzione di chiedere "un'indagine imparziale sull'attacco", ha accusato l'Occidente, e in particolare gli Usa, di "essere mano nella mano con i terroristi", e ha mostrato i muscoli a Trump, minimizzando gli effetti del suo attacco alla base di Shayrat.

"Non ha ridotto la potenza di fuoco delle forze governative", ha detto.

Le dichiarazioni di Assad arrivano nel momento in cui fonti militari Usa fanno trapelare una notizia contraria, diffusa dalla Cnn. L'intelligence statunitense avrebbe intercettato comunicazioni di militari siriani sulla preparazione dell'attacco chimico compiuto a Idlib.

Si precisa inoltre che gli States non erano a conoscenza del raid in anticipo. "Gli Usa solitamente raccolgono vaste quantità di comunicazioni intercattate in zone come Siria e Iraq, materiale che viene poi analizzato solo in caso di particolari eventi". Nulla è emerso su eventuali responsabilità russe, anche se, secondo le stesse fonti, è probabile che Mosca sia più abile a eludere le intercettazioni.

Intanto è giallo su un altro presunto attacco. Fonti dell'esercito siriano parlano di un raid che ieri avrebbe colpito un deposito di armi chimiche dell'Isis uccidendo centinaia di persone, compresi molti civili soffocati per l'inalazione di gas tossici.

Notizia non confermata da fonti indipendenti, e anzi seccamente smentita dal Pentagono, dalla coalizione anti-Isis, e anche da alcune ong, compreso l'osservatorio siriano per i diritti umani.

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