Ennesima strage negli Stati Uniti ieri a Jacksonville, in Florida.

Un ragazzo bianco sui vent'anni, vestito in assetto da guerra e armato con un fucile d'assalto e una pistola con una svastica incisa, è entrato in un negozio della catena Dollar General, vicino al campus della Edward Waters University, una piccola università storicamente afroamericana, si è barricato dentro e ha aperto il fuoco.

Tre le vittime, due uomini e una donna afroamericani: il killer ha poi girato la pistola nazista contro se stesso e si è ucciso. Prima di compiere la strage ha chiamato i genitori e ha chiesto loro di diffondere su media e social media il suo manifesto razzista nel quale dichiarava di «odiare i n...i e di volerli uccidere».

Una strage preparata da mesi, probabilmente, nei più minimi dettagli che ora spetterà all'Fbi analizzare per capire come e quando il killer ventenne si sia radicalizzato. 

Dall'inizio dell'anno a oggi sono state centinaia le sparatorie in tutti gli Stati Uniti e invano sono caduti gli appelli di Joe Biden al Congresso per varare leggi più restrittive sul possesso di armi, soprattutto quelle "da guerra" come il presidente americano ha definito i fucili d'assalto.

Oltre alla strage a Jacksonville, soltanto ieri ci sono state una sparatoria durante il carnevale caraibico a Boston con sette feriti e un'altra ad una partita di football di un liceo di Choctaw, in Oklahoma nella quale è rimasto ucciso un sedicenne.

(Unioneonline/D)

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