Alta tensione tra Russia e Turchia.

Dopo i raid siriani a Idlib le truppe di Ankara hanno lanciato un contrattacco "neutralizzando" 329 soldati del regime di Assad e colpendo oltre 200 obiettivi nemici. Il governo turco ha annunciato nello stesso tempo che non fermerà più i migranti che vogliono andare in Europa: la Grecia rafforza i controlli.

Ue e Nato chiedono di "interrompere l'escalation di violenza. Il presidente russo Vladimir Putin ha presieduto a una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza nazionale dedicata al conflitto dopo l'uccisione di 33 militari turchi in un raid aereo di cui Ankara ha accusato la Siria.

Il Consiglio di sicurezza ha puntato il dito contro le forze turche accusate di aver abbandonato, senza informarne Mosca, le postazioni previste dagli accordi di Soci, a cui il Cremlino garantisce protezione, per spostarsi sulla linea "dell'offensiva delle formazioni terroriste" partecipando di fatto alle operazioni contro l'esercito siriano, uno sviluppo che genera "estrema preoccupazione" a Mosca.

"Nessuno dei soldati turchi è mai stato colpito o minacciato negli avamposti" ha precisato il Consiglio di sicurezza, secondo quanto ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. A confermare la gravità della situazione, il Consiglio di sicurezza russo chiede alle autorità turche "di fare del loro meglio per garantire la sicurezza delle missioni e dei cittadini russi in Turchia".

I capi di Stato di Russia e Turchia (Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan) potrebbero incontrarsi a Mosca il 5 o il 6 marzo.

(Unioneonline/M)
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