Una delle figure più note di Plaza de Mayo, Delia Cecilia Giovanola, è morta ieri a La Plata a 96 anni.

Madre e nonna simbolo della ricerca dei desaparecidos della dittatura argentina (tra il 1976 e il 1983), era di origine italiana: suo padre era Francesco Giovanola, una scultore di famiglia milanese emigrata nel diciannovesimo secolo.

Delia è stata insegnante elementare e nel 2015 è riuscita a riabbracciare il nipote Martín, nato clandestinamente in un centro di tortura.

L’associazione Nonne di Plaza de Mayo, organismo presieduto da Estela de Carlotto, ha ricordato che il 17 ottobre 1976 l'unico figlio di Delia, Jorge Ogando, e sua nuora, Stella Maris Montesano, incinta di otto mesi, erano stati inviati al centro di detenzione clandestina Pozzo di Banfield, nel quartiere Banfield di Buenos Aires. Nel dicembre 1976 Stella Maris aveva dato alla luce il figlio Martín in una cucina, ammanettata e bendata, e due giorni dopo il neonato le era stato sottratto per essere ceduto a una coppia vicina alla dittatura.

Il gruppo di donne ogni giovedì chiedevano dove si trovassero i loro figli scomparsi davanti alla Casa Rosada presidenziale, nella piazza da cui hanno preso il nome, Plaza de Mayo. Alcune hanno poi dato vita a un altro gruppo per cercare i nipoti nati in clandestinità, denominata Nonne di Plaza de Mayo.

Delia Cecilia Giovanola nel 1982, durante una delle consuete “rondas” del giovedì, aveva mostrato ai giornalisti un foglio con scritto: "Le isole Malvine sono argentine, ma anche i desaparecidos!".

(Unioneonline/s.s.)

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