Il 14 marzo torna il Pi Greco Day, la “festa” dedicata ad una delle costanti matematiche più famose della storia e, dal 2020, celebrato anche come la Giornata Internazionale della Matematica.

La data scelta, il primo Pi greco day, risale al 1988 e fu voluta dal fisico statunitense Larry Show che organizzò l’Exploratorium di San Francisco. Non è una data casuale: in base alla convenzione anglosassone il mese viene anteposto al giorno e la data si scrive 3.14 proprio come il valore del Pi greco.

Organizzato dall'Unione Matematica Internazionale, ogni anno viene scelto un tema diverso per stimolare la creatività e mettere in luce le connessioni tra la matematica e il mondo che ci circonda. Il tema scelto quest'anno è quello del gioco: dai puzzle ai rompicapo, dai giochi di società a quelli di carte.

Tanti come sempre gli eventi in programma in tutto il mondo, a partire dal concorso interattivo aperto a tutti indetto proprio dalla Umi: una sfida che mira a riconoscere la matematica nel nostro quotidiano e ad immortalarla in un'istantanea, con le immagini più belle che verranno pubblicate sul sito. Si unisce ai festeggiamenti anche la Nasa, che quest'anno propone una sfida a risolvere alcuni dei problemi che incontrano continuamente ricercatori e ingegneri impegnati a progettare missioni per l'esplorazione di altri pianeti e del cosmo, dal telescopio spaziale James Webb alla missione di difesa planetaria Dart.

Per celebrarlo, ecco tre curiosità sul Pi greco.

Archimede non fu proprio il primo… A scoprire per primo il valore Pi greco fu Archimede, che usò poligoni regolari di ben 96 lati inscritti e circoscritti ad una circonferenza prima di arrivare all’attuale approssimazione di 3,14. Ma il noto matematico non fu il primo a cercare di calcolare quante volte il diametro di un cerchio può stare dentro il suo perimetro. Prima di lui ci provarono i babilonesi calcolando il π a 3,125, poi gli Egizi per i quali aveva un valore di 3,1605 ma anche i cinesi, per loro Pi greco era uguale a 3. Dopo Archimede toccò a Newton che, attestandosi sul valore di 3,14 calcolò le prime 16 cifre decimali. I computer sono poi arrivati a calcolare fino a 5 miliardi di numeri. Meglio però hanno fatto uno scienziato informatico americano e un ingegnere giapponese che nel 2013 con una particolare macchina sono riusciti a calcolare ben 12 miliardi di cifre decimali. Una vera e propria fissazione per molti matematici. Il suo valore preciso è quasi impossibile da trovare.

È indispensabile per architetti e astronomi: senza Pi greco costruire un arco, ma anche gallerie e tunnel è impossibile e lo sanno bene gli architetti. Non sono però gli unici per i quali il Pi greco è indispensabile. Viene infatti usato per realizzare gli strumenti degli astronomi e astrofisici.

Senza di lui non ci sarebbero forni a microonde e lampade abbronzanti: proprio grazie allo studio Pi greco scienziati e ingegneri sono riusciti a modellare le onde elettromagnetiche. Si tratta delle onde utilizzate dal microonde con il quale scaldiamo il cibo ma hanno anche a che fare con le lampade abbronzanti. 

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata