Il 3 dicembre 1967 è una data che segna una svolta nel campo della medicina. Christiaan Barnard, chirurgo sudafricano, trapianta per la prima volta un cuore su una persona. In precedenza aveva effettuato i suoi esperimento solo sugli animali ma quel giorno si presenta l’occasione giusta per aprire la porta a nuove frontiere.

Il giorno prima arrivano al pronto soccorso del Grote Schuur Hospital di Città del Capo madre e figlia, investite mentre attraversavano la strada. Per la mamma i soccorsi sono inutili, per la 25enne viene dichiarato un trauma cerebrale irreversibile, ma il suo cuore continua a battere.

Quando si verifica l’arresto cardiaco, 12 minuti dopo l’équipe formata da 30 persone fra medici e infermieri preleva il cuore della ragazza per trapiantarlo a Louis Washkansky, 54 anni. Un intervento che dura 9 ore. L’uomo sopravvive solo 18 giorni ma è considerato tuttora il punto di partenza. Solo un mese dopo, un’altra operazione simile e il ricevente, Philip Blaiberg, vivrà per 19 mesi. Da lì una serie di successi che via via porteranno a migliorare tecniche e principi attivi tali da ridurre i rischi di rigetto d’organo.

Barnard è morto nel 2001 a 78 anni.

(Unioneonline/s.s.)

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