Esattamente dodici anni fa, il 2 maggio 2011, i Navy Seal americani uccidevano Osama Bin Laden nei pressi di Abbottabad, in Pakistan.

La morte dello sceicco del terrore, leader di Al Qaeda e ritenuto il responsabile dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, fu vista come un importante passo avanti nella lotta al terrorismo.

Un’operazione autorizzata dall’allora Presidente Usa Barack Obama e ancora oggi avvolta nel mistero.

Bin Laden si nascondeva in una palazzina di tre piani circondata da un’alta muraglia, non lontana da una base militare pachistana.

L’ex direttore della Cia John Brennan due anni fa ha raccontato tutti i dubbi che assalirono gli 007 prima dell’operazione: i servizi infatti sospettavano che Bin Laden abitasse in quella palazzina, ma non ne avevano la certezza.

Per mesi gli 007 hanno seguito un corriere di Al Qaeda che spesso si recava nel palazzo. Inoltre hanno visto una persona sospetta che entrava e usciva: volto quasi sempre nascosto e barba lunga, poteva essere Bin Laden. Non tutti erano sicuri e non tutti erano d’accordo sul procedere, ma Obama il 29 aprile autorizzò l’operazione.

Nella notte tra l'1 e il 2 maggio, due elicotteri con una ventina di uomini dei Navy Seal decollarono dall'Afghanistan diretti verso il Pakistan del Nord. Partiva così l’operazione, seguita direttamente dalla Casa Bianca: appena 20 minuti dopo l’atterraggio le forze speciali annunciavano l’uccisione dello sceicco del terrore, poi Obama diede l’annuncio al mondo intero.

Le spoglie del terrorista vennero gettate in mare, gli americani volevano evitare una sepoltura che potesse diventare luogo di pellegrinaggio.

Il Pakistan fu criticato per non aver rilevato che Bin Laden abitava in quella palazzina, peraltro vicina a una delle più importanti accademie militari pakistane. Le autorità locali hanno sempre negato di sapere e respinto ogni accusa di complicità con il terrorista.

(Unioneonline/L)

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