Svolta nelle indagini sulla morte di Giovanni Caramuscio, l'ex direttore di banca in pensione aggredito mentre prelevava contanti da uno sportello atm a Lequile, in provincia di Lecce.

I carabinieri hanno fermato il 31enne albanese che avrebbe premuto il grilletto, accusato di omicidio in concorso con un'altra persona in corso di identificazione. L'uomo avrebbe usato una pistola Beretta, calibro 9 corto, con matricola abrasa, ritrovata dai carabinieri nella sua abitazione. Il fermo è stato disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Alberto Santacatterina.

LA RAPINA – Le telecamere di sorveglianza, tra cui quella dell'istituto di credito e di alcuni negozi vicini, hanno ripreso tutta la scena. I due rapinatori, con i volti coperti da mascherine e il cappuccio calato sul capo, si sono nascosti dietro uno degli angoli dell'edificio che ospita la banca, in attesa di sorprendere la prima persona che si sarebbe avvicinata al bancomat.

Quella persona era Caramuscio: minacciandolo con la pistola hanno cercato di costringerlo a prelevare il massimo del contante possibile, ma l'uomo ha reagito. A quel punto uno dei due, armato di pistola, ha sparato colpendolo due volte al torace.

La moglie della vittima era lì a due passi, la tragedia si è consumata in un istante sotto i suoi occhi. La coppia aveva trascorso la serata in compagnia di parenti e stava per rientrare a casa, nella vicina Monteroni. Ora è caccia al complice.

(Unioneonline/D)

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