Pietro Maso, l'uomo che nel 1991 ha ucciso i genitori a sprangate a Montecchia di Crosara (Verona) per prendersi l'eredità, ha ricevuto il reddito di cittadinanza per mesi.

Lo scoop è di Oggi: Maso, condannato a 30 anni di carcere e tornato libero nel 2015 (ai suoi due complici erano stati inflitti 26 anni), secondo il settimanale risultava tra i percettori del sussidio dello Stato riservato a chi guadagna meno di 9.360 euro l'anno.

Non si sa esattamente quanto ha ricevuto e nemmeno se il sussidio sia stato sospeso. In linea teorica, se Maso aveva i requisiti economici, aveva diritto ad avere quei soldi come qualsiasi altro cittadino italiano.

Secondo la legge, infatti, gli unici condannati che non possono godere di "pensioni, assegni e stipendi a carico dello Stato" sono quelli che hanno precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata, al terrorismo o per truffa ai danni dello Stato, e Maso non rientra in nessuna di queste categorie.

Il caso di Maso potrebbe essere però particolare: per la gravità della sua vicenda giudiziaria, è stato interdetto "in perpetuo" dai pubblici uffici. Ecco perché dopo le necessarie verifiche il sussidio potrebbe essere stato sospeso: lo ha detto anche il suo avvocato Marco De Giorgio, che ha seguito la parte dell'esecuzione della pena ma non direttamente la vicenda del reddito di cittadinanza.

Il diretto interessato, a quanto riferisce il settimanale, non parla. Tra chi gli sta vicino, il suo ex consigliere spirituale don Guido Todeschini dice che "sta cercando di ricominciare", per l'ex moglie "dopo tanti momenti difficili oggi sta bene, è un uomo umile che sta cercando di vivere tranquillo. E sì, sta lavorando".

(Unioneonline/D)
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