Pietro Maso? "Per me adesso è una persona a posto" . In viale Regina Giovanna, zona semicentrale di Milano, ne parlano così e in molti hanno saputo solo parecchio tempo dopo che quel quarantenne distinto che la sera vedevano portare in giro il cane della moglie Stefania era lo stesso che il 17 aprile 1991 massacrò i genitori nella loro villetta di Montecchia di Crosara, e che per quel delitto ha scontato 22 anni di carcere dei 30 che gli erano stati inflitti. Questo per via di tre anni di indulto e 1.800 giorni di libertà anticipata.

La sua prima giornata da uomo totalmente libero, dopo aver avuto la semilibertà nel 2008, Maso l'ha passata in casa con la moglie che ha sposato cinque anni fa e che ha un negozio di tatuaggi nella zona delle Colonne di San Lorenzo, a Milano. "Stefania è una ragazza tosta, una brava persona - racconta un'amica della donna -. Ha sempre protetto questo rapporto". Nel quartiere la presenza di Maso è vissuta con indifferenza: i più giovani non ne hanno mai sentito nemmeno parlare. "Sì, l'ho visto qualche volta - racconta il titolare di un bar tabacchi -. Viene a prendere il caffè. E' una persona silenziosa: si limita a salutare e se ne va". Nessuno scandalo sul fatto che Maso ora sia in libertà: "Ha scontato la pena no? E allora basta. E' un uomo libero e può andare dove vuole". Un appunto qualcuno si sente di muoverlo, però: "Poteva evitare di scrivere un libro. Ci manca solo che faccia dei soldi con il male che ha fatto". E il fatto che 'Il male ero io" esca proprio domani "è fastidioso".

Il sindaco di Montecchia di Crosara, Edoardo Pallaro, spiega che "il paese non è indifferente al ritorno in libertà di Maso, ma quella ferita è stata cicatrizzata. Montecchia ha girato pagina, anche se non l'ha strappata. E' un paese sano, soprattutto nel suo blocco sociale". "Quando una persona riacquista la libertà - spiega Pallaro - non può che far piacere. Ma non mi piacciono però le 'regaliè: quegli anni che Maso non ha scontato rispetto ai 30 della condanna anche per gli automatismi della giustizia". "Non penso proprio che tornerà qui - considera -, anche se la Costituzione garantisce di eleggere il proprio domicilio dove si vuole. Ma la comunità non lo accoglierebbe a braccia aperte. Non credo sarebbe facile".

Del resto, Maso a Montecchia non ha più nessuno. Le sorelle, che lo hanno perdonato, se ne sono andate e una di loro, Nadia, dalla sua casa di San Bonifacio (Verona) chiede una cosa semplice: "Dovete lasciarci in pace"
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