Prima hanno sfondato la vetrina nella notte e poi sul pavimento hanno lasciato una scritta: "T..ia negra" con una svastica disegnata al contrario.

È accaduto in un bar di Rezzato, in provincia di Brescia, gestito da una ragazza italiana di origini marocchine. Ora la donna, 36 anni, Madiha Khtibari, ha paura: "Non so se riaprirò il bar. Sono spaventata e turbata. Mi ha colpito che nessuno negli appartamenti vicini abbia sentito i rumori e denunciato".

"Spesso ricevevo apprezzamenti insistenti dai clienti e anche minacce verbali - racconta -. Per questo preferivo sempre farmi accompagnare all'apertura e alla chiusura del bar".

Sulla vicenda indagano le forze dell'ordine, così come a Torino, dove la scritta "crepa sporca ebrea" è comparsa sui muri di un palazzo di corso Casale, dove vive una donna di origini ebree, figlia di una staffetta partigiana. Come accaduto a Mondovì.

"Una frase terribile, soprattutto nel Giorno della Memoria. Termini vecchi, passati, che però fanno ancora male", dice la signora Maria, che ha sporto denuncia in Questura.

"Non ho mai fatto mistero delle mie origini, non ne ho mai visto il motivo - spiega -. Purtroppo il mio non è il primo caso e questa escalation fa riflettere. Meno male che in tante scuole gli insegnanti, e non solo, educano i ragazzi al rispetto dei veri valori della storia. È una brutta scritta, fa male. Fa tanto male...".

A Calolziocorte, in provincia di Lecco, una copia de "La Lettera agli Ebrei" è stata strappata e lasciata a pezzi per terra ieri, alla vigilia della celebrazione del Giorno della Memoria, nell'area dello storico complesso conventuale del Lavello.

Atto deplorevole anche a Guastalla, nella Bassa Reggiana. Una pietra d'inciampo - dedicata ad Aldo Munari, militare che fu internato in Germania - è stata danneggiata, forse con colpi di piccone, davanti a quella che fu la sua abitazione, in aperta campagna nella frazione di San Rocco.

(Unioneonline/D)
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