«Mio marito è un mostro. Fino a due anni fa ha molestato sessualmente nostra figlia. È successo diverse volte… Mia figlia non gli voleva più parlare ed è per questo che non solo gli ha rovinato la vita, ma l'ha anche ammazzata».

Lo ha detto alla tv News 24 Albania Tefta Malaj, la donna ferita a coltellate dal marito Taulant Malaj che a Torremaggiore, in provincia di Foggia, ha ucciso la figlia Gessica, di 16 anni, e Massimo De Santis, il barista 51enne che riteneva fosse l'amante di sua moglie.

«Jessica - racconta la donna dal letto d'ospedale - da due anni non comunicava col padre e se non l'ha denunciato è solo per non avere una brutta nomea: si sa com'è».

Il 45enne reo confesso la notte tra sabato e domenica scorsi, nell'androne del palazzo in cui viveva, in via Togliatti a Torremaggiore, ha colpito con 21 coltellate il vicino di casa poi si è scagliato contro la coniuge, la 39enne Tefta, salvata dalla figlia Jessica che è morta facendole da scudo.

IL RACCONTO – «Mio marito aveva pianificato tutto – continua Tefta - stavamo tutti quanti dormendo a quell'ora. Lui quella notte non lavorava, era di riposo a casa. Non ho sentito che usciva, poi l'ho visto rientrare. Ha preso il bambino con il coltello e lo voleva ammazzare. Io mi sono buttata per salvare il bambino. Il piccolo dormiva nel lettino attaccato al letto matrimoniale. Poi lui ha dato tanti colpi di coltello a me, non mi ricordo quanti. Faceva dei video mentre dava calci e pugnalate con il coltello. Mia figlia dormiva, ha sentito i rumori e si è alzata. Lui a nostra figlia non l'ha mai voluta».

La donna, ferita ma non in pericolo di vita, è ricoverata nel policlinico di Foggia. Oggi, dopo due giorni di attesa interminabile, ha potuto riabbracciare il figlio. Ad accompagnarlo nella stanza del reparto di Chirurgia è stata sua zia, la moglie del fratello di Taulant.

GLI AVVOCATI DI MALAJ – La vita del piccolo, che a soli cinque anni ha assistito ad un simile orrore, non sarebbe mai stata in pericolo perché il panettiere albanese «non ha mai avuto un'attenzione violenta nei suoi confronti, assolutamente no», dicono Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio, legali difensori di Malaj. A confermarlo ci sarebbero le immagini di quei momenti registrati dalle telecamere installate nella sua abitazione. Il video è stato mostrato oggi in aula durante l'udienza di convalida del fermo del panettiere. Nel filmato si vedrebbe che il bambino non si era nascosto, come emerso in un primo momento e che Malaj non lo stava cercando per ucciderlo.

Il piccolo «non è stato assolutamente toccato - ribadiscono gli avvocati - lui l'ha visto ma non ha cercato di fargli nulla. Era lì, non era nascosto, ha visto la scena ma lui non si è avvicinato al bimbo». Secondo quanto riferito dai legali, vedendo in aula il video di quei momenti «Taulant è crollato: sta via via prendendo consapevolezza della tragedia avvenuta» e «stamattina avrebbe voluto rendere altre dichiarazioni ma ha avuto un crollo psicologico e ha pianto: è disperato per Jessica».

«Non poteva reggere alle domande - aggiungono - perché molto, molto provato. Quando gli hanno chiesto di sottoporsi a interrogatorio ha sottolineato che confermava le dichiarazioni rese al pm», al quale domenica aveva confessato il duplice omicidio, ma «quando ha iniziato a esprimere il suo dolore si è bloccato in uno stato di choc».

All'attenzione degli inquirenti ci sono nuovi elementi tra cui un altro video, quello del momento in cui, la notte tra sabato e domenica, De Santis chiude il bar e torna a casa; e la registrazione della richiesta di soccorso fatta da Tefta al 118. Taulant continua a ripetere che quella notte «non capiva nulla», che aveva «il diavolo in testa e il buio davanti agli occhi». In carcere è costantemente vigilato perché si teme possa compiere atti di autolesionismo. 

(Unioneonline/D)

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