Nuovo stop al trattenimento dei migranti in Albania. Dopo i primi 16 fatti rientrare lo scorso ottobre, anche i 7 portati venerdì scorso nel centro di Gjader saranno liberati nelle prossime ore e trasferiti in Italia, con arrivo a Brindisi.

Lo ha deciso la sezione immigrazione del tribunale di Roma, che ha rimesso il caso alla Corte di giustizia europea, sospendendo però contestualmente la convalida del trattenimento nel centro albanese. La decisione riguarda sette migranti egiziani e bengalesi condotti venerdì scorso dalla nave Libra della Marina Militare nel centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania.

«In ragione del rinvio pregiudiziale i giudici non si sono pronunciati sulle richieste di convalida – si legge in una nota del Tribunale - ma hanno dovuto necessariamente sospendere i relativi giudizi in attesa della decisione della Corte di giustizia. La sospensione dei giudizi non arresta il decorso del termine di legge di quarantotto ore di efficacia dei trattenimenti disposti dalla Questura».

I giudici sottolineano che i criteri per la designazione di uno Stato come Paese d’origine sicuro sono «stabiliti dal diritto dell’Unione europea, pertanto il giudice ha il dovere di verificare la corretta applicazione del diritto dell’Unione che, notoriamente, prevale sulla legge nazionale».

Sono quattro i quesiti formulati alla Corte Ue: «Il rinvio pregiudiziale – si legge nella nota del Tribunale – è stato scelto come strumento più idoneo per chiarire i vari profili di dubbia compatibilità con la disciplina sovranazionale emersi a seguito del decreto sui Paesi sicuri (approvato nei giorni scorsi dal governo Meloni, ndr). Tale scelta è stata preferita ad una decisione di autonoma conferma da parte del Tribunale della propria interpretazione, per le ragioni diffusamente evidenziate nelle ordinanze di rinvio pregiudiziale».

In attesa che la Corte Ue si esprima, il provvedimento di trattenimento dei migranti viene annullato e dovranno tornare tutti e sette in Italia. Proprio come i primi sedici.

«Un'altra sentenza politica non contro il governo, ma contro gli italiani e la loro sicurezza. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini, e lo faranno. Sempre che qualche altro magistrato, nel frattempo, non mi condanni a sei anni di galera per aver difeso i confini», è la reazione di Matteo Salvini.

(Unioneonline/L)

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