Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha revocato l'incarico di consulenza che il suo sottosegretario, il leghista Rossano Sasso, era pronto ad affidare a Pasquale Vespa, docente campano, classe 1967. Il motivo? Lucia Azzolina, al ministero prima di Bianchi, l'aveva querelato per stalking e diffamazione.

E' un vero e proprio caso quello scoppiato al Miur in queste ore.

Secondo quanto denunciato da Azzolina, Vespa nel corso dei mesi scorsi l'avrebbe messa nel suo mirino, postando foto con il suo volto accostato a personaggi da film horror, arrivando anche a scrivere sui social commenti sessisti e persino minacce.

Post che poi venivano commentati con ulteriori messaggi minatori da parte dei follower, al punto che Azzolina era anche finita sotto scorta.

Il processo a Vespa inizierà il 9 aprile a Napoli. Nel frattempo, come detto, il sottosegretario Sasso gli ha chiesto di entrare nel suo staff. Ma l'operazione è stata fermata in extremis dal ministro Bianchi, "pur riconoscendo l'autonomia dei sottosegretari nella nomina dei propri collaboratori".

Al fianco della Azzolina si sono schierati numerosi parlamentari di diversi schieramenti politici, e alcuni esponenti del Pd e di LeU, oltre che i parlamentari del Movimento 5 Stelle, chiedendo esplicitamente a Bianchi un intervento ufficiale.

E così è stato. Bianchi ha anche espresso "massima stima" nei confronti della collega che l'ha preceduta al ministero di viale Trastevere.

Dal canto proprio, il sottosegretario Sasso ha così commentato la polemica: "Il professor Pasquale Vespa, sindacalista e leader nazionale del movimento dei docenti precari ha sempre rappresentato una spina nel fianco per l'onorevole Azzolina e per le politiche ostili nei confronti del mondo del precariato. Un simbolo dei diritti dei lavoratori più deboli, che ha condotto battaglie evidentemente dure e scomode, che adesso si vorrebbe fare passare come uno stalker e come un molestatore. Il lavoro della magistratura, siamo certi, riporterà fatti e dinamiche nella giusta prospettiva".

Azzolina, invece, ha sottolineato che "non è solo con le norme ma anche con gli esempi e i comportamenti, si può aiutare la scuola a formare i giovani nel rispetto e nella tolleranza" e si è detta dispiaciuta per il fatto il sottosegretario Sasso "non abbia compreso la gravità" del suo gesto e "si ostini a difendere l'indifendibile".

(Unioneonline/l.f.)
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