L'inchiesta di Trapani su contributi marittimi, presunte tangenti e assunzioni e trattamenti di favore, ora chiama in causa anche un ministro.

Si tratta del titolare del dicastero per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Il ministro non sarebbe per ora indagato, ma il suo nome spunta nelle carte dell'inchiesta: a farlo in un'intercettazione telefonica è l'armatore Ettore Morace.

L'amministratore delegato della Liberty Lines, finito in carcere, parlando con il padre indica De Vincenti come colui che lo avrebbe aiutato nell'acquisizione della Siremar.

"Siamo andati a cena con lui e, insomma, tutto contento ha saputo che stiamo andando bene. Insomma, ci segue, ci segue", avrebbe detto Morace.

Non si è fatta attendere la risposta del ministro, che si dichiara totalmente estraneo.

"Ho sempre operato per dare soluzione alla vicenda Siremar nell'interesse generale e nel più rigoroso rispetto delle regole", si è difeso De Vincenti.

"Il Consiglio di Stato - ha continuato - aveva annullato l'aggiudicazione di Siremar a Compagnia delle Isole prescrivendone l'assegnazione alla seconda offerta valida, quella cioè di Società di Navigazione Siciliana, costituita tra Ustica Lines (così allora si chiamava la Liberty Lines) e Caronte & Tourist".

"La mia azione - è la chiosa - ha consentito di ottemperare alla sentenza, riuscendo a garantire la continuità del servizio e a tutelare l'occupazione di 340 lavoratori".

L'inchiesta, ad oggi, ha portato in carcere Ettore Morace, armatore e ad di Liberty Lines, il candidato sindaco di Trapani Girolamo Fazio e il consulente della Regione Giuseppe Montalto.

Tra gli indagati, oltre a consiglieri e candidati anche di altri comuni, uomini dell'Arma e imprenditori, ci sono anche il governatore siciliano Rosario Crocetta e il sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari, che si è dimessa.

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