Proclamare lo stato di calamità naturale per la fauna selvatica, causato dalla siccità degli ultimi mesi, "con conseguenti provvedimenti di tutela" delle popolazioni animali in difficoltà, la sospensione della stagione venatoria e l'adesione degli stessi cacciatori all'appello. E' quanto chiedono - con una lettera aperta al presidente del Consiglio, ai presidenti delle Regioni e ai presidenti delle associazioni venatorie - i fondatori del movimento "La Coscienza degli animali", gli ex ministri Michela Vittoria Brambilla e Umberto Veronesi.

"Sono sotto gli occhi di tutti le devastanti conseguenze che affliggono la natura e gli animali per la perdurante siccità di quest'anno", si legge nella lettera. "Quando le fonti idriche sono ridotte e disperse, il maggior dispendio energetico necessario per raggiungerle rende più difficile la riproduzione ed è causa di elevata mortalità soprattutto tra gli individui più giovani, per i quali aumenta il rischio di contrarre malattie e di essere predati". In questa situazione, si legge ancora, "autorizzare l'attività venatoria equivarrebbe a infliggere il colpo di grazia ad intere generazioni di animali già falcidiate dalla siccità".
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