Si apre l'anno giudiziario: i richiami sulla fuga di notizie e sul tema dei migranti
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Il problema della fuga di notizie e dell'immigrazione clandestina: sono alcuni dei temi al centro dell'apertura dell'anno giudiziario e affrontati da Giovanni Canzio, primo presidente della Corte di Cassazione, e dal procuratore generale Pasquale Ciccolo nel corso della cerimonia a Roma.
Proprio Ciccolo ha fatto riferimento al dovere di riservatezza da parte delle toghe "sul quale già l'anno scorso mi sono soffermato ricordando che la stessa Corte di Strasburgo ha ribadito che ai magistrati è imposta la massima discrezione anche là dove si sia trattato di sostenere pubblicamente le ragioni e la bontà dell'attività giudiziaria svolta", sono le sue parole.
Un ulteriore richiamo ai magistrati appare in un altro passaggio: è loro dovere evitare "esternazioni di carattere politico e quelle concernenti vicende processuali in corso, potendo esse ingenerare nella collettività il convincimento, non importa se erroneo, che l'attività istituzionale del magistrato possa essere guidata da opinioni personali".
Mentre Canzio, sul tema dei migranti, ritiene "inefficace" la risposta penale al reato di immigrazione clandestina: "L'aumento crescente dei flussi migratori sta producendo un impatto notevole anche sulla giurisdizione, innanzitutto quella di merito. Le Corti di appello, e non solo quelle territorialmente prossime ai luoghi degli sbarchi, denunciano un incremento esponenziale dei procedimenti legati all'ingresso di migranti, molti dei quali richiedenti protezione internazionale, insieme con la presenza di migliaia di minori non accompagnati".
Da qui nasce quindi la necessità di "un'urgente ridefinizione legislativa delle relative procedure in termini di semplificazione e accelerazione".
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha fornito invece qualche numero sul tema delle carceri e dei processi: "Nel mese di giugno 2013 - ha sottolineato Orlando - le cause civili pendenti erano circa 5.200.000. Al 31 dicembre 2016 il totale, al netto dell'attività del giudice tutelare, è sceso a circa 3.800.000, dato migliore della previsione che avevamo formulato lo scorso anno". Inoltre, "a fronte di una diminuzione dei detenuti, accompagnata da un incremento delle pene alternative, si è registrato un incremento di 4.000 posti detentivi regolamentari. I detenuti oggi sono 54.653".