Davide Paitoni, il 40 enne che il primo gennaio ha ucciso il figlio di 7 anni a Morazzone (Varese) e poi ha accoltellato la moglie, era stato autorizzato dal Gip a vedere il figlio anche se si trovava ai domiciliari con l'accusa di tentato omicidio per aver accoltellato un collega di lavoro il 26 novembre scorso.

Lo ha confermato il presidente del Tribunale di Varese Cesare Tacconi.

Domani, martedì 4 gennaio, è fissato l’interrogatorio di garanzia per l’uomo, che ha accoltellato alla gola il figlio e lo ha nascosto nell’armadio, prima di andare a casa dei suoceri, dove si trovava la ex moglie Laura, 36 anni, per uccidere anche lei, senza riuscirci.

I due si stavano separando “Lo ho visto ma è difficoltoso comunicare con lui in questo momento”, ha detto l'avvocato difensore Stefano Bruno. 

Paitoni non solo era ai domiciliari per aver accoltellato il collega, nei suoi confronti era stato anche aperto un codice rosso per maltrattamenti in famiglia. Non c’era una denuncia diretta della moglie, ma il codice rosso era stato attivato in base ad alcune segnalazioni di altre persone.

Maltrattamenti che sarebbero cominciati nel 2019, si apprende dagli inquirenti. Nonostante tutto gli era stato concesso di stare da solo con suo figlio la notte di Capodanno, ed è su questo che in molti si interrogano.

LA TRAGICA SERATA – Stavano per finire la cena. Forse il piccolo Daniele, 7 anni, immaginava che avrebbero visto un film insieme. Così vedeva la serata con il papà, ignaro di quello che aveva in serbo Davide Paitoni.

Poco dopo il 40enne ha impugnato un grosso coltello da cucina e gli ha tagliato la gola non lasciando scampo al figlio, morto dissanguato in pochissimi istanti. Forse lo ha fatto per punire la madre che gli aveva chiesto la separazione.

Il 40enne a quel punto ha scritto un biglietto nel quale ha confessato il suo crimine e lo ha chiuso nel suo armadio insieme al corpicino del piccolo: “Mi dispiace, perdonami papà” ha scritto rivolto al padre nella breve missiva, dove ha espresso “grande disprezzo” per la moglie.

Poi proprio a suo padre (viveva da lui dopo la separazione) ha inviato un messaggio vocale: “Ho fatto del male a Daniele, non aprire l’armadio”.

Quindi è salito in auto e ha guidato fino a Gazzada Schianno, dove si trovava la ex moglie. L’ha avvisata dicendole che stava riportando il figlio, ma era solo una scusa per incontrarla e ucciderla. Quando lei gli ha aperto la porta di casa le si è scagliato contro, colpendola al volto e al corpo con lo stesso coltello usato per uccidere il figlio, per poi darsi alla fuga.

Lei, soccorsa dai genitori, è stata portata in ospedale ed è fuori pericolo. I genitori della donna hanno dunque chiesto ai carabinieri di trovare il nipote.

I militari si sono precipitati a casa di Paitoni e l’hanno setacciata fino a scoprire il cadavere del bimbo e il biglietto lasciato dal killer. Il 40enne è stato intercettato mentre vagava in automobile e lo hanno bloccato dopo che lui aveva cercato di speronarli. In macchina aveva ancora il coltello e una dose di cocaina: è stato fermato e condotto in carcere, da cui era uscito da poco dopo aver ottenuto i domiciliari in seguito all'aggressione a un collega di lavoro cui aveva sferrato diverse coltellate alla schiena.

(Unioneonline/L)

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