Saman, il padre in lacrime davanti ai giudici: «Non l’ho uccisa, non sono un animale»
Attesa per la sentenza sull’omicidio della giovane di origine pakistana. I parenti imputati sono sei, compresa la madre, che è latitante«Mai nella vita mia ho pensato di uccidere mia figlia. Neanche gli animali fanno queste cose. Signori giudici non ho mai pensato queste cose».
È un passaggio delle dichiarazioni spontanee rilasciate ai giudici della Corte di assise di Reggio Emilia da Shabbar Abbas, accusato insieme ad altri membri della sua famiglia dell’omicidio della giovane figlia Saman, a Novellara, nel 2021.
Saman, ha aggiunto l’uomo, piangendo in alcuni passaggi, «era il mio cuore, il mio sangue, ho portato qua il mio cuore e il mio sangue. Non ammazzo figli, non sono un animale. Neanche da pensare».
Ancora, ha affermato l’uomo, «quello tra Saman e Saqib (il fidanzato della giovane, ndr) non era amore, noi diciamo che non era una bella cosa. Tutti noi parenti eravamo arrabbiati».
«Vorrei capire anche io chi l'ha ammazzata, chi è venuto a prenderla quella sera. La vita mia adesso è sempre piangere, mia figlia non c'è più, è morta mia figlia», ha proseguito Shabbar Abbas, sostenendo di non aver ucciso la ragazza.
Dopo oltre un’ora e mezza di intervento, i giudici si sono ritirati in camera di consiglio ed è ora attesa la sentenza.
Imputati, per la morte della giovane, oltre a Shabbar, ci sono lo zio e i cugini della ragazza, Danish Hasnain, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, oltre che la madre, Nazia Shaheen, quest'ultima latitante.
(Unioneonline/l.f.)