Tre morti sospette, un omicidio e cinque tentati omicidi. Si allunga la lista che pesa sulle spalle di Paola Pettinà, la finta badante vicentina che tra il 2022 e il 2024 avrebbe intossicato con dosi letali di farmaci gli anziani di cui si occupava, spacciandosi come assistente socio sanitaria. Tra le presunte vittime della donna, arrestata mercoledì scorso dai Carabinieri e ora in carcere, anche l'ex marito di Pettinà, Romano Rossi, 88 anni. L’ex compagno e convivente invece è riuscito a salvarsi dall'avvelenamento da farmaci grazie al ricovero in ospedale. A quest'ultimo, avrebbe fatto credere che gli stava somministrando un multivitaminico. Ma in realtà quelli che la 46enne faceva bere alle persone che assisteva erano mix di Tavor, Xanax e Lorazepam.

Le altre morti sospette delle quali potrebbe essere chiamata a rispondere sono quelle, appunto, dell'ex marito, deceduto il primo marzo 2024, di Graziella Pulliero, morta 19 febbraio dello stesso anno, e di Alessandra Balestra, 75 anni, madre dell'ex compagno della finta badante. La donna di Sandrigo (Vicenza) non ha risposto al Gip nell'interrogatorio di garanzia; ma nelle dichiarazioni spontanee fornite al momento del suo arresto avrebbe detto: «forse ho esagerato con le benzodiazepine, ma vedevo gli anziani agitati, non volevo far loro del male».

Risulta che arrivasse a somministrare anche 100 gocce di psicofarmaci al giorno. Sovradosaggi che portavano i pazienti a stordimento, disartria, difficoltà a reggersi in piedi, costringendoli infine al ricovero in ospedale. Stando a quanto ricostruito, la donna si sarebbe procurata i farmaci mostrando in farmacia fotocopie di ricette in bianco, assicurando di possedere a casa gli originali. I Carabinieri hanno controllato 25 farmacie, accertando che nell'arco di pochi mesi la 46enne era riuscita ad ottenere 272 confezioni di Xanax.

Secondo il gip, come scritto nell’ordinanza di custodia cautelare, Pettinà è «una donna radicalmente adusa alla menzogna». Nonostante una indagine durata nove mesi, con tanto di intercettazioni, non è ancora chiaro il motivo del piano omicida. Ma oltre all'omicidio, nelle carte dell'indagine c'è spazio per accuse che prefigurano il fine del lucro: la donna è accusata anche di spaccio di medicinali, rapina e auto-riciclaggio, questo perché dopo aver stordito con i farmaci una delle anziane che doveva assistere, le aveva rubato dei gioielli. Il bottino è stato poi rivenduto, ricavando 3mila euro.

(Unioneonline)

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