Migliaia di persone al corteo organizzato a Roma per il Primo maggio di Cgil, Cisl e Uil. Alla testa il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, accanto allo striscione che riprende lo slogan della giornata "Uniti per un lavoro sicuro". Tra le scritte della Cgil, anche quella che richiama i referendum su lavoro e cittadinanza dell'8 e 9 giugno con la scritta "Il voto è la nostra rivolta". E un altro con la scritta: "Si vota sì".

Da Landini parte subito l’attacco al governo in vista dell'incontro dell'8 maggio sulla sicurezza sul lavoro.

«Agli incontri andiamo sempre – dice – però bisogna che si cambi perché finora sono stati finti. Basta con la comunicazione di decisioni già prese. Modelli di confronto così non servono a nulla. È ora di smetterla con la propaganda, è il momento di risolvere i problemi». «E se vogliono risolvere i problemi, bisogna cominciare a dare le risposte alle richieste che abbiamo avanzato. I confronti devono essere vere e proprie trattative», rimarca.

Il governo, «credo sia sotto gli occhi di tutti, non sta facendo quello che si deve fare. Perché i morti sul lavoro stanno aumentando, non diminuendo. E stanno aumentando anche gli infortuni. Siamo di fronte ad una vera e propria strage che bisogna fermare». «Non è sufficiente stanziare un po' di soldi - dice -, è necessario cambiare le leggi e cambiare il modello d'impresa: queste richieste le stiamo avanzando da tempo. Confronti finora non ci sono stati e i provvedimenti non vanno nella direzione giusta».

Alla manifestazione anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha salutato Landini con un abbraccio. 

La giornata è iniziata con la premier Giorgia Meloni che su X ha rivendicato i risultati del suo esecutivo sul tema lavoro, «uno dei pilastri su cui questo governo ha fondato la sua azione. In due anni e mezzo sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro e il numero complessivo degli occupati ha raggiunto il massimo storico: più di 24 milioni e 300 mila. Anche l'occupazione femminile ha toccato il livello più alto di sempre. La disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte. Un impegno concreto che continua anche sul fronte della sicurezza, con nuove risorse, più controlli, incentivi e una forte spinta sulla prevenzione e sulla formazione. C'è ancora tanto da fare, ma la direzione è chiara».

(Unioneonline)

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