Primo italiano positivo al coronavirus: è uno dei 56 rimpatriati dalla zona di Wuhan, messi in quarantena nella cittadella militare della Cecchignola a Roma.

Si tratta di un uomo di 30-40 anni che era in stanza da solo: è stato trasferito e posto in isolamento allo Spallanzani per accertamenti perché, seppur "in buone condizioni generali, presentava un modesto rialzo termico", ha fatto sapere la Direzione Sanitaria dell'ospedale.

I test hanno poi confermato che l'uomo è stato contagiato. L'Istituto superiore di sanità (Iss) ha comunicato alla task force del ministero della Salute l'esito positivo: il paziente è attualmente ricoverato allo Spallanzani "con modesto rialzo termico ed iperemia congiuntivale"

Complessivamente allo Spallanzani sono stati valutati 41 pazienti sottoposti ai test, 32 dei quali, risultati negativi, sono stati dimessi.

E saranno ore di panico per gli altri 55 nostri connazionali rimpatriati che si trovano in quarantena.

ALTRE MISURE DI PREVENZIONE? - Intanto la task force istituita dal ministero della Salute - che si riunisce giornalmente per fare il punto della situazione - è pronta a varare ulteriori misure di prevenzione sui cittadini di ritorno dalle aree a rischio.

"Stiamo parlando di un rischio sanitario che richiede un costante aggiornamento, dobbiamo mantenerci flessibili e se è il caso aggiornare le nostre misure", spiega il premier Conte.

La situazione, insomma, è in continua evoluzione. Fondamentale sarà nelle prossime ore l'andamento della curva epidemica in Cina: a fronte di un aggravamento del numero dei contagi, si potrebbero valutare misure più restrittive, se invece ci fosse un calo dei contagi si potrebbe ad esempio valutare un'attenuazione del blocco dei voli.

Al momento nulla è deciso. Il numero delle vittime ha superato quota 560, i contagi si avvicinano ai 30mila. E mentre si apprende che ci sono ben 35 italiani (di cui 25 membri dell'equipaggio) in quarantena al largo del Giappone, a bordo della nave da crociera Diamond Princess, è morto Li Wenliang, il primo medico che già a dicembre lanciò l'allarme su una possibile epidemia, prima di essere zittito dalle autorità cinesi.

(Unioneonline/L)

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