Non lo facevano mangiare, lo insultavano, lo picchiavano, lo costringevano a girare nudo per casa e anche ad inginocchiarsi e a chiedere perdono.

La storia arriva da Grosseto, dove un uomo di 70 anni da anni era praticamente ridotto in schiavitù dalla moglie di 64 anni e dal figlio di 21, finiti davanti al giudice del Tribunale di Grosseto con le accuse di maltrattamenti e lesioni personali.

La moglie della vittima già era stata condannata nel 2016 a 1 anno, 9 mesi e 10 giorni per gli stessi reati nei confronti del marito.

Oggi si è svolto l'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna. La donna, difesa dall'avvocato Tommaso Galletti, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il figlio , difeso da Adriano Galli, ha invece ammesso ogni responsabilità.

Il giovane avrebbe affermato «di vergognarsi di aver fatto quelle cose. Ho sbagliato e sono pentito», ha detto, riferendo che gli episodi sarebbero stati causati da un periodo «di forte stress, dovuto anche al contratto in scadenza e al dover lasciare la casa in Maremma».

Ad allertare i carabinieri sono stati i vicini di casa della famiglia. L’uomo ha sempre negato davanti ai militari, chiamati più volte sul posto, di essere vittima di maltrattamenti.

Nel provvedimento notificato lo scorso 4 maggio, il gip, su richiesta del pm Giampaolo Melchionna, ha definito i rapporti familiari come «rapporti che si reggevano su soprusi, vessazioni e sopraffazioni». I militari, dopo una lunga indagine, avevano portato alla luce l'inferno a cui l'uomo doveva sottostare quotidianamente.

Il giudice ha disposto per il momento l'allontanamento di moglie e figlio dalla casa di famiglia.

(Unioneonline/L)

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