Un giro d'affari da migliaia di euro.

Questi i proventi di un "mercato nero" di permessi di soggiorno, messi "in vendita" (il prezzo variava in base alla disponibilità del richiedente) da sei agenti di polizia dell'ufficio immigrazione di Milano e rilasciati anche quando mancavano i requisiti.

Secondo le accuse, i poliziotti si servivano di una serie di intermediari linguistici - anche loro coinvolti nell'inchiesta - per accaparrarsi i clienti.

Gli agenti sono stati arrestati (per quattro di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per due gli arresti domiciliari) con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'illecito rilascio di permessi di soggiorno, oltre a falso in atto pubblico e accesso abusivo a sistemi informatici.

I fatti contestati vanno dal 2013 alla prima metà del 2016.

(Redazione Online/D)
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