Potrebbe condurre a una svolta il ritrovamento di alcune tracce di sangue sotto la sella di un motorino. Il caso è quello di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista di Chiavari in cui lavorava.

Il sangue rinvenuto dagli investigatori sullo scooter che Annalucia Cecere, insegnante di 53 anni, già indagata, usava all’epoca verrà ora verrà sottoposto ad accertamenti per chiarire a chi appartenga. La donna teneva il motorino un box a Boves, nel Cuneese, dove vive da tempo.

La mattina in cui si è verificato il delitto, alcuni testimoni l’avrebbero vista mentre saliva sul mezzo a due ruote sporca di sangue, proprio vicino allo studio Soracco. Tra le intercettazioni agli atti ce n’è una con una voce di donna, rimasta anonima, che aveva chiamato a casa del commercialista e aveva parlato con la madre dell’uomo.

L'interlocutrice diceva di avere visto Annalucia: "Venivo giù in macchina da Carasco, l'ho vista che era sporca e ha infilato tutto nel motorino io l'ho salutata e non mi ha guardato. E infatti, dico la verità, 15 giorni fa, l'ho incontrata nel caruggio che andava alla posta non mi ha nemmeno guardato. È scivolata di là ...".

L’audio è stato diffuso per permettere il riconoscimento vocale.

Il cold case è stato riaperto grazie alla valutazione di elementi inizialmente tralasciati tra i quali alcuni bottoni trovati a casa dell’indagata e uguali a uno che era stato recuperato sotto il cadavere. E poi un’altra intercettazione in cui Cecere diceva a Soracco di "non riuscire a togliersi di mente quella scena". 

(Unioneonline/s.s.)

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