I comitati anti-base di Vicenza non mollano, anche se le ruspe stanno ormai spianando la strada alla futura Camp Ederle 2. Stamane, con un blitz, circa 200 dimostranti, aperto un varco nella recinzione, hanno fatto irruzione nell'area civile dell'aeroporto Dal Molin, occupando un fazzoletto di terra di fronte (ma separato dalle reti) alla pista. E l'hanno avuta vinta: perché dopo un paio d'ore di trattative, l'Enac - proprietario dell'area occupata, in gestione all'ex società Aeroporti vicentini - ha chiarito che al momento non era interessata allo sgombero. Il questore di Vicenza, Giovanni Sarlo, che aveva chiesto e ottenuto rinforzi a Padova dal reparto mobile della polizia, ha così richiamato gli uomini in tenuta anti sommossa, lasciando dentro il Dal Molin solo un piccolo numero di agenti. Una conclusione che gli anti-base Usa hanno salutato come una vittoria.

OCCUPAZIONE AD OLTRANZA. I manifestanti si sono quindi organizzati per restare nel Dal Molin ad oltranza. Davanti all'ingresso civile dello scalo hanno eretto un nuovo tendone, per rinnovare il presidio alla struttura dove dovrà sorgere la nuova base che ospiterà i 3-4000 soldati della 173/a Brigata aviotrasportata dell'esercito americano, oggi divisa tra il capoluogo berico e la Germania. I dimostranti occupano un'area separata con una recinzione dalla parte militare, dove vi sono un paio di vecchie palazzine, un hangar e un cortile in cemento. Ma stamane era già bastata la loro irruzione per far interrompere, in via precauzionale, l'attività di alcuni operai della coop "Cmc" di Ravenna che stavano lavorando sulla pista. L'occupazione si è svolta in modo pacifico, ma dopo una serie di trattative infruttuose con le forze dell'ordine anche i manifestanti si apprestavano al peggio, ovvero a quello che sarebbe potuto essere il confronto fisico con polizia e carabinieri nel caso dello sgombero forzoso. La svolta invece è arrivata con l'intervento del liquidatore della società Aeroporti vicentini, Mario Martello, e dell'assessore comunale alla pace, Giovanni Giuliari. Presi contatti con l'Enac, a livello nazionale e locale, i due si sono sentiti rispondere che l'Ente per l'aviazione civile non aveva al momento interesse a che l'area venisse sgomberata. Così le forze di polizia si sono ritirate, e i "No dal Molin" hanno potuto cantar vittoria.

IL PRECEDENTE. I comitati anti base avevano già occupato l'aeroporto una prima volta, il 14 giugno 2007, subito dopo che l'ambasciatore americano Ronald Spogli aveva dato notizia dell'autorizzazione scritta per la base data dal governo italiano a quello statunitense.

CONSEGUENZE PENALI. Ciò che resta da valutare sono le eventuali conseguenze penali di questo nuovo blitz dei contrari alla base. Trenta di loro dovranno già comparire davanti ai giudici il 17 giugno prossimo, dopo essere stati rinviati a giudizio per l'incursione nel Palazzo della Prefettura del 16 gennaio 2008.      
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