Venezia torna sott'acqua. Parte della città è completamente allagata, con un picco raggiunto di 138 centimetri.

Il peggioramento progressivo delle condizioni meteo non ha permesso di attivare il Mose, il sistema di paratoie che ha salvato per cinque volte sino ad ora la città lagunare.

Ieri il Centro maree aveva emesso una previsione di massima inferiore ai 125 centimetri, sulla base della quale non era stata avviata la procedura di attivazione delle barriere. Solo nella tarda mattinata di oggi la situazione è precipitata e la previsione è stata aggiornata.

Troppo tardi per mettere in moto la macchina organizzativa del Mose che richiede, come ricorda il Provveditorato alle opere pubbliche del Nordest, Cinzia Zincone, uno stato di allerta di 48 ore precedenti il fenomeno in quella che sino a inizio 2022 è ancora la fase sperimentale del sistema.

"E' drammatico e vergognoso non considerare un'acqua alta eccezionale di questo tipo - accusa Claudio Vernier, responsabile di un bar e presidente dell'Associazione Piazza San Marco -. La previsione di almeno 125 centimetri di massima c'era già da ieri, quindi non alzare le paratoie è stata una decisione quantomeno opinabile". Per Vernier "si sta giocando a dadi con l'economia della città insulare, senza parlare della situazione ancor peggiore di Chioggia. Abbiamo qualcosa che funziona e in una situazione del genere si decide di non usarlo". "Averlo e non utilizzarlo - rincara - è inconcepibile, perché 5 centimetri in più a Venezia fanno la differenza".

Danni anche alla Basilica di San Marco. "La situazione è terribile, siamo sotto l'acqua in maniera drammatica", dice Carlo Alberto Tessein, Procuratore della Basilica: "Il nartece è completamente allagato e se il livello sale ancora andranno sotto anche le cappelle interne".

(Unioneonline/D)
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