"Non smetterò mai di lottare per la verità", dichiara la moglie di Massimo Bossetti tramite il legale al quotidiano Libero, dopo la condanna definitiva all'ergastolo del marito per l'uccisione della piccola Yara Gambirasio, scomparsa nel novembre del 2010 e ritrovata senza vita mesi dopo in un campo a pochi chilometri da Brembate.

Nemmeno la prova chiave delle tracce del Dna del marito presenti sugli indumenti della vittima hanno fatto vacillare la sua fiducia nell'innocenza del marito, che considera vittima di "un grave errore giudiziario".

A darle questa convinzione è anzitutto il fatto di conoscere Massimo Bossetti da una vita e nonostante la sentenza della Cassazione, che definisce una "batosta", cerca di trasmettere questa fiducia ai figli.

Nel messaggio ricorda poi che se mai avesse dubitato della colpevolezza del marito non gli sarebbe rimasta accanto e che fino all'ultimo ha sperato in una nuova perizia sul Dna che lo assolvesse dall'accusa.

Intanto, per Massimo Bossetti stanno per aprirsi le porte di uno degli istituti penitenziari di Milano - Opera o Bollate - dove avrà ancora il conforto della famiglia.

(Unioneonline/b.m.)

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