«Mio figlio in ospedale e l’aggressore non si è scusato»: parla il padre del portiere di 13 anni picchiato in campo
Dopo la rissa in una partita Under 14, il giovane calciatore dovrà anche essere visitato da uno psicologo: «È uno schifo, poteva finire molto peggio»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«È uno schifo, e l'aggressore non ha nemmeno chiesto scusa: né chiamate né messaggi, nulla». A parlare – a Sky Tg24 – è il padre del ragazzino di 13 anni picchiato domenica pomeriggio dal genitore di un calciatore della squadra avversaria, durante una partita Under 14 tra Csf Carmagnola e Volpiano Pianese. Una brutale rissa, nella quale il giovanissimo portiere è stato colpito con calci e pugni, anche al volto, e ha riportato una frattura al malleolo e una sospetta frattura allo zigomo. Ora, oltre al ricovero in ospedale, sarà anche visitato da uno psicologo.
A due giorni dall'assurdo episodio, il padre del giovane aggredito – che durante la partita era uno degli assistenti arbitrali – non si dà pace per quanto successo. Anche perché, in aggiunta, da parte dell'altro genitore non sono arrivate le scuse: «Bastava solo una chiamata, potevamo vederci e parlare della situazione», dice l’uomo. «Magari è stata una pazzia, un qualcosa che gli è venuto all'istante: poteva dire di aver sbagliato e che si sarebbe potuto comportare diversamente. Anche perché sarebbe potuta andare molto peggio, vedendo la foga con cui ha colpito mio figlio».
I fatti, incredibili, sono avvenuti domenica pomeriggio. Al termine del match, giocato a Collegno in provincia di Torino, è scoppiata una lite fra alcuni giovani calciatori. L'aggressore, padre di un giocatore del Carmagnola, ha superato la recinzione ed è entrato in campo puntando il portiere del Volpiano. «Mio figlio c'è rimasto molto male: non poteva aspettarsi che un genitore e papà potesse mai entrare in campo e alzare le mani così brutalmente», prosegue. «Mi ha chiesto se avrei mai potuto picchiare un mio avversario così, e ho risposto "Mai nella vita". Non è possibile che un adulto prenda a pugni un tredicenne, per una partita di calcio».
L’uomo ha presentato una denuncia contro l'altro genitore, anche se pure lui è intervenuto durante la rissa. «Ho visto mio figlio preso a botte e fatto quello che avrebbe fatto ogni padre: ho reagito e l'ho difeso», spiega. «Forse prenderò una denuncia anche io, ma non mi importa. Mio figlio ha sbagliato a reagire a degli sfottò, ma l'aggressione è ingiustificabile. Ho gettato a terra la bandierina e sono corso in campo».
(Unioneonline)