Messico, italiani scomparsi: "Russo usava un falso nome"
Proseguono in Messico gli accertamenti sulla scomparsa di tre italiani, avvenuta il 31 gennaio scorso.
Dopo l'arresto di alcuni poliziotti, e la messa sotto inchiesta di una trentina di agenti di Tecalitlan, emergono nuovi elementi sulla vita di Raffaele Russo, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, tutti originari di Napoli.
Il primo, secondo la Procura di Jalisco, avrebbe utilizzato un falso nome: nelle registrazioni come ospite di alcuni hotel risulta come Carlos Lopez. I tre, inoltre, sembra si occupassero della vendita di generatori elettrici che in apparenza avevano un marchio tedesco ma in realtà erano fabbricati in Cina.
Il sospetto è che possano essere stati rapiti da qualche organizzazione criminale messicana.
I familiari in Italia, intanto, chiedono di effettuare ulteriori approfondimenti nel luogo in cui i tre sono scomparsi; nell'ultimo messaggio audio Antonio Russo e Vincenzo Cimmino parlavano di un poliziotto che, a bordo di una moto, aveva ordinato loro di seguirli.
(Unioneonline/s.s.)