Quanto è stato trovato in casa Poggi a otto mesi dall'omicidio di Chiara, il 13 agosto 2007, era in «buone condizioni» quando oggi è stato aperto lo scatolone che conteneva anche la spazzatura della villetta di Garlasco. A dirlo è Luciano Garofano, ex comandante dei Ris oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, l'amico del fratello della vittima indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia su uno dei delitti più controversi degli ultimi vent'anni.

«Non era tutto marcio, era tutto secco. Tutti i reperti che erano contenuti in quella scatola sono stati sottoposti a campionature. Sono stati tamponati e adesso faremo le analisi», ha detto l'ex generale dei carabinieri nel secondo giorno dell'incidente probatorio, disposto dalla gip Daniela Garlaschelli, negli uffici della Scientifica all'interno della Questura di Milano. Dei trenta fogli di acetato esaminati è emerso che tutte le impronte sono negative al sangue. All'appello ne mancano ancora quattro, che non è stato possibile analizzare per un blackout negli uffici della Questura e nel circondario.

«Io sono tranquilla - ha spiegato l'avvocato di Sempio, Angela Taccia -. Il mio assistito ha ribadito più volte che quella mattina non è stato in quella casa. Quindi secondo me non c'è problema nell'analisi dei reperti contenuti nella spazzatura». L'avvocata Taccia ha posto però un problema che sarà discusso in udienza davanti al gip: «Vi è solo il verbale di sequestro della Polizia giudiziaria, non di un pm e ripeto sempre che la procedura non è un optional», ha sottolineato lasciando intendere un'eventuale inutilizzabilità.

Lo scatolone dei reperti aperto oggi è quello degli oggetti raccolti a casa Poggi il giorno del delitto con all'interno il frammento del tappetino del bagno macchiato dalla traccia di sangue lasciata dalla scarpa dell'assassino, una scatola di cartone dei cereali della colazione, il sacchetto con i fiocchi avanzati. Ma anche la spazzatura prelevata otto mesi dopo il delitto: due vasetti di Fruttolo, un brick del thé freddo, un piattino, l'incarto di plastica dei biscotti. Potrebbero essere utili alla ricerca di possibili tracce di materiale biologico. «Abbiamo fatto solo il tamponamento di tutti i reperti, e non lo abbiamo ancora completato - ha spiegato Garofano -. Si proseguirà con gli acetati», i 34 fogli con le impronte digitali raccolte nella prima inchiesta, alcune attribuite, altre no, «poi inizieranno le analisi».

Gli avvocati di Alberto Stasi, all'epoca dell'omicidio fidanzato di Chiara, che sta scontando una condanna a 16 anni, hanno chiesto nuovi accertamenti sulla traccia 10 che è risultata priva di sangue ma potrebbe riservare sorprese se analizzata una secondo volta. «Dipende dagli esiti i primi dei quali che avremo forse la settimana prossima. Penso si andrà avanti luglio e agosto - ha spiegato Garofano -. I primi di luglio sempre qui in Questura perché dovremo nuovamente campionare i reperti che non avevano dato risultati o avevano dato risultati parziali. Oggi vogliamo concludere le campionature sugli acetati che contenevano le impronte papillari».

Dopodiché ci sarà il trasferimento al Fatebenefratelli per le analisi più complesse tra cui quelle sul Dna trovato sulle unghie di Chiara e attribuito ad Andrea Sempio. Cauto il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni: «Sono reperti che hanno 18 anni e daranno le risposte che possono dare» ma «si procede con molta serietà e molto speditamente. Con molto ordine - ha aggiunto Tizzoni -. La Polizia scientifica in questo è assolutamente ammirevole. Siamo contenti che avvenga in contraddittorio, com'è avvenuto nel 2014 e anche negli anni prima. Tutto quello che avviene in contraddittorio per noi va bene. Tutto quello che avviene davanti a un perito terzo per noi va bene - ha concluso -. Quando saranno completate le operazioni, lo vedrete. Stanno procedendo. Chiaramente sono passati 18 anni».

(Unioneonline)

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