C'è un secondo indagato dalla procura di Modena per la morte di Laila El Harim, l’operaia quarantenne deceduta martedì all'interno dell'azienda Bombonette di Camposanto, incastrata in un macchinario.

Dopo aver iscritto il legale rappresentante dell'azienda – che si occupa di packaging – nel fascicolo per omicidio colposo, i pm hanno aggiunto anche il nome del nipote del legale rappresentante stesso, cioè il delegato alla sicurezza dell'azienda. 

La procura ha inoltre disposto il sequestro del cellulare della vittima, con il quale la donna aveva scattato alcune fotografie alla fustellatrice (l'apparecchio che serve per sagomare materiali da imballaggi), a cui è rimasta poi agganciata, venendo trascinata e uccisa.

Immagini che la lavoratrice aveva deciso di salvare probabilmente a fronte di malfunzionamenti del macchinario stesso.
Non è escluso che la donna avesse inviato o mostrato quelle foto ai tecnici competenti, ma si tratta di elementi che soltanto le indagini potranno chiarire.

Intanto questa mattina è cominciata l'autopsia, che dovrà chiarire l'esatta causa del decesso.

(Unioneonline/F)

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